Matelica , giovedì, 7. giugno, 2018 17:00 (ACI Stampa).
Era il 1200, l’arte si trasformava, diventa più naturalistica e lascia il romanico e nelle Marche si crea una fucina di creatività che porta alla grandezza delle scuole che poi segnano la cultura del mondo ancora oggi.
A raccontarlo una mostra preziosa, un atto di storia dell’arte, un percorso che spiega perché intorno al 1200, tra Umbria e Marche, il linguaggio figurativo si trasforma così sensibilmente verso un naturalismo di grande potenza plastica, e l’arte guida diviene la scultura in legno policromo. Un’arte che propone un concerto tra le arti, ponendosi come crocevia tra scultura, pittura, arti preziose.
Milleduecento. Civiltà figurativa tra Umbria e Marche al tramonto del Romanico è l’ultimo appuntamento espositivo 2018 del progetto Mostrare le Marche, nato dal protocollo d’intesa fra la Regione, il Mibact, l’Anci Marche, la Conferenza Episcopale e i Comuni di Macerata, Ascoli Piceno, Fermo, Loreto, Matelica e Fabriano per promuovere la conoscenza e lo sviluppo dei territori colpiti dal sisma del 2016.
La civiltà di questi territori si racconta anche attraverso la qualità del suo patrimonio, soprattutto medievale. Si parte dal Cristo trionfante, rappresentato vivo sulla croce e vittorioso sulla morte, immagine centrale e paradigmatica di una cultura che proprio esaltando questa iconografia persegue un suo rinnovamento della forma. Crocifissi monumentali e Madonne in trono col Bambino dialogano con tavole dipinte e oreficerie per ricomporre un tessuto dinamico e sorprendente.
La mostra, curata da Fulvio Cervini, richiama nel titolo The Year 1200: una rassegna vasta e memorabile, che nel 1970, al Metropolitan Museum di New York, pose il tema del grande linguaggio aulico che attraversa ampie contrade dell’Europa occidentale a cavallo tra i due secoli; ma rammenta anche, non solo per assonanza, Duecento.