Città del Vaticano , venerdì, 8. giugno, 2018 10:00 (ACI Stampa).
La tradizione di consacrare il mese di giugno al culto del Sacro Cuore nacque nel 1833 a Parigi nel Convento degli Uccelli dal quale si propagò poi in tutta la Francia ed a partire da papa Pio IX molti papi approvarono questa memoria.
Tale culto è stato donato all’uomo da Dio affinchè “il mondo si riscaldi di nuovo al calore di quei palpiti ed il calore del divino amore lo infiammi un’ultima volta”, come san Giovanni in una visione riferì a santa Gertrude e come l’apostola del Sacro Cuore, la mistica santa Margherita Maria Alacoque, trasmise le seguenti parole di Gesù ‘per stabilire nei cuori il regno del mio amore’. Santa Margherita Maria Alacoque rivelò i doni d’amore dei cuore di Gesù, traendone grazie strepitose per la propria santità, e la promessa che i soprannaturali carismi sarebbero stati estesi a tutti i devoti del Sacro Cuore.
Nata in Borgogna nel 1647, Margherita ebbe una giovinezza difficile, soprattutto perché non le fu facile sottrarsi all’affetto dei genitori, e alle loro ambizioni mondane per la figlia, ed entrare, a 24 anni, nell’Ordine della Visitazione, fondato da San Francesco di Sales. Margherita, diventata suor Maria, restò 20 anni tra le Visitandine. Il Beato Claudio La Colombière, preziosa guida della mistica suora della Visitazione, le consigliò di narrare, nella Autobiografia, le sue esperienze ascetiche, rendendo pubbliche le rivelazioni da lei avute. E così nacque la festa del Sacro Cuore e la pratica pia dei primi Nove Venerdì del mese.
Molti papi ‘incitarono’ i fedeli a questa devozione: nel 1956 papa Pio XII nell’enciclica ‘Haurietis aquas’ scrisse: “Ma, mentre la Chiesa ha sempre tenuto in alta considerazione il culto al Cuore Sacratissimo di Gesù, così da favorirne in ogni modo il sorgere e il propagarsi in mezzo al popolo cristiano, non mancando altresì di difenderlo apertamente contro le accuse di Naturalismo e di Sentimentalismo; è da lamentare che non uguale onore e stima, sia nei tempi passati che ai giorni nostri, questo nobilissimo culto gode presso alcuni cristiani e talvolta anche presso alcuni di coloro, che pur si dicono animati da sincero zelo per gli interessi della religione cattolica e per la propria santificazione… E’ necessario quindi tener sempre presente in questo così importante ma altrettanto delicato argomento, che la verità del simbolismo naturale, in virtù della quale il Cuore fisico di Gesù entra in un nuovo rapporto con la Persona del Verbo, riposa tutta sulla verità primaria dell’unione ipostatica; intorno a cui non si può nutrire alcun dubbio, se non si vogliono rinnovare gli errori, più volte dalla Chiesa condannati, perché contrari all’unità di Persona in Cristo, nella distinzione e integrità delle due nature”.
Papa Paolo VI nella lettera apostolica ‘Investigabiles divitias Christi, pubblicata nel 1965, parla di: “imperscrutabile ricchezza di Cristo (Ef 3, 8), sgorgata dal fianco squarciato del Redentore divino nel momento in cui, morendo sulla croce, egli riconciliò col Padre celeste il genere umano, è stata posta in luce così fulgida in questi ultimi tempi dai progressi del culto al Ss. Cuore di Gesù, che lietissimi frutti ne sono derivati a beneficio della Chiesa… Poiché infatti il Ss. Cuore di Gesù, fornace ardente di carità, è simbolo ed espressiva immagine di quell’eterno amore, nel quale Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figliuolo unigenito, siamo certi che dette commemorazioni contribuiranno moltissimo a far sì che le ricchezze dell’amore divino siano profondamente scrutate e bene comprese; e nutriamo altresì la fiducia che i fedeli tutti ne sappiano trarre ispirazione sempre più risoluta a configurare al Vangelo la propria vita, a emendare diligentemente i costumi, a mettere in pratica la legge del Signore”.