Città del Vaticano , martedì, 5. giugno, 2018 14:00 (ACI Stampa).
Sono sopravvissute al “Grande Male”, hanno accompagnato gli armeni sopravvissuti in esilio fino a Castel Gandolfo, sono rientrate in Armenia, e hanno celebrato lo scorso 3 giugno il 170esimo anno di vita con il Cardinale Leonardo Sandri: le Suore Armene dell’Immacolata Concezione raccontano, con la loro storia avventurosa e piena di fede, raccontano in piccolo la storia della Chiesa perseguitata di oriente del XX secolo.
“Se pensiamo alla storia della vostra Congregazione – ha detto il Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, nell’omelia della Messa dell’anniversario – troviamo diversi momenti in cui siete state chiamate a collaborare al dono di Dio per l’umanità”.
Il Metz Yegern, Grande Male, è il modo in cui gli armeni definiscono il loro massacro ad opera dei turchi, che i turchi rifiutano di definire come genocidio. Ma, al di là delle parole utilizzate, resta la persecuzione e lo sterminio di ampi gruppi della popolazione armena tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, una storia che può essere tracciata, documenti alla mano, e che racconta anche la completa vicinanza della Chiesa.
Fu in questa situazione, 170 anni fa, che le Suore Armene dell’Immacolata Concezione furono fondate, sopravvivendo prima ai massacri hamidiani e poi al Grande Male.
“In questi 170 anni – ha detto il Cardinale Sandri – troviamo anche delle pagine eroiche”. Tra queste, “la grande risposta di carità” intrapresa circa 100 anni fa diventando “come delle sorelle e delle madri per le orfane rimaste prive dell’amore di una famiglia a causa dello scatenarsi della violenza di quello che chiamiamo Metz Yegern”.