Bergamo , lunedì, 4. giugno, 2018 18:00 (ACI Stampa).
Continua il pellegrinaggio di fedeli a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, per pregare accanto alle spoglie di Papa Giovanni XXIII. Sabato e domenica scorsa giornate intense con migliaia di pellegrini. Finora, dal 27 maggio scorso, 110 mila: solo ieri oltre 30mila. Per loro un “saluto speciale” di Papa Francesco al termine dell’Angelus, nel 55mo anniversario della morte di papa Roncalli: la “peregrinatio in terra bergamasca” delle spoglie di questo Pontefice, “tanto amato dal popolo, possa suscitare in tutti generosi propositi di bene”, ha detto.
E ieri sera celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini con tutti i Vescovi della Lombardia mentre in mattinata celebrazione in diretta Rai.
“Ho la forte percezione di vedere la gente che esce pacificata dall’incontro con il Papa”, ha detto mons. Giulio Dellavite, segretario generale della diocesi di Bergamo: “si respira un clima di festa, tutti si salutano e ringraziano i volontari. È come se davvero uscissero dalla chiesa con la carezza del Papa, e questa è senz’altro la sensazione più bella”. Una peregrinatio diversa. “Un fatto straordinario, raro, quasi unico, un evento nuovo” lo definisce lo storico Agostino Paravicini Bagliani in una intervista al giornalista Emanuele Roncalli e pubblicata ieri dal quotidiano “L’Eco di Bergamo”. Pallavicini non ha dubbi: la “peregrinatio delle reliquie dei santi non è un fatto nuovo, mentre per quanto riguarda i pontefici non si tratta di una consuetudine e qui siamo in presenza anche di un’urna contenente una salma, un corpo”.
Lo storico spiega che le “peregrinatio” per alcuni sono “pratiche antiche e antiquate. Si tratta di eventi che rinviano a forme di devozione lontane nel tempo, ma a mio avviso non credo che muovere una salma per motivi devozionali sia un fatto, una pratica destinata a scomparire. Come del resto la devozione non scomparirà mai”. E parlando dell’evento di questi giorni a Sotto il Monte, il paese natale di Giovanni XXIII, Pallavicini evidenzia “una forma di devozione almeno per quanto riguarda il papato, perché in fondo sono anche pochi i papi santi dei secoli antichi, più quelli moderni”. La salma di Papa Roncalli “emana virtù. L’aspetto della vicinanza è altrettanto importante, si perpetua una presenza fisica, che conforta, aiuta, protegge”, risponde al giornalista, pronipote del papa Santo.
L’ultima peregrinatio dell’urna di un Papa risale al 2 febbraio del 2001 quando la salma di Pio IX arrivò a Senigallia, suo paese natale, pochi mesi dopo la sua beatificazione avvenuta il 3 settembre del 2000 insieme a quella di Giovanni XXIII. L’altro precedente riguarda Pio X: in quell’occasione fu proprio Roncalli, allora Patriarca di Venezia – siamo nel 1954 – a chiedere al pontefice Pio XII che le “sacre spoglie” di san Pio X potessero passare “attraverso i punti principali della regione veneta”. Pio XII acconsentì ma la peregrinatio si tenne nella primavera del 1959 per una serie di timori su una probabile scomposizione del corpo nell’urna.