Città del Vaticano , giovedì, 31. maggio, 2018 14:00 (ACI Stampa).
Il Cardinale Eduardo Francisco Pironio amava definire la Chiesa dell’America Latina come “Chiesa della Pasqua”. Una Chiesa, nelle sue parole, povera, contemplativa, profetica, ma anche una Chiesa del silenzio, della Croce e che ha una sua espressione alta nell’Eucarestia. Ed è questa sua visione profetica, insieme alle sue opere, che hanno permeato il convegno organizzato il 30 maggio dall’Ambasciata di Argentina presso la Santa Sede.
Ma chi era il Cardinale Eduardo Pironio? Argentino di origini friulane, parroco, rettore di seminario, poi vescovo di La Plata, segretario generale e poi presidente del CELAM, fu prima chiamato a Roma da Paolo VI a guidare la Congregazione dei Religiosi, e poi a capo del dicastero per i Laici negli Anni Ottanta da cui organizzò e “inventò” le prime Giornate Mondiali della Gioventù. C’è una causa di beatificazione in corso, perché prima di tutto il Cardinale Pironio fu una persona che visse santamente, come riconosciuto da tutti.
Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha sottolineato infatti che “non si può spiegare la sua esistenza e i molteplici incarichi che gli vennero affidati senza considerare il suo amore incondizionato a Cristo”.
Il Segretario di Stato vaticano ha anche ricordato che il Cardinale Pironio seppe “lodare il Signore” anche quando fu “provato da una lunga malattia”, e “la Croce si trasformò in lui in felicità, non per la dimensione della sofferenza e della fragilità, ma perché strumento di salvezza”.
Ma non solo. Il Cardinale Pironio “voleva portare il Vangelo tra quanti erano nelle situazioni più difficili”, e da lì viene il suo impegno tra i contadini di Mercedes. La sua straordinaria voglia di evangelizzare fu anche il motore dell’organizzazione delle Giornate Mondiali della Gioventù, parte di quell’impulso che il Cardinale Parolin ha descritto come volontà di far sì “che tutti i battezzati fossero protagonisti e non comparse”.