Orvieto , giovedì, 31. maggio, 2018 16:00 (ACI Stampa).
Lo storico Luigi Fiumi, personaggio di primo piano nel mondo archivistico e nella cultura italiana della seconda metà del XIX secolo, si riferiva al Duomo di Orvieto come un “Miracolo d'arte sorto per custodire un Miracolo di fede. Secondo un'antichissima tradizione, fu edificato “dal cuore religioso”, l'animo fermo di una piccola popolazione”.
La costruzione del Duomo difatti richiese quasi tre secoli, e tra i suoi principali artefici troviamo le figure del vescovo Francesco e dei Signori Sette, i quali, con lo scopo di consolidare il consenso cittadino nella lotta contro il papa, collegarono il miracolo di Bolsena al Duomo in Costruzione, identificandolo come il luogo incaricato di conservare le reliquie portate ad Orvieto dal presule, facendo un chiaro riferimento alla recente conquista territoriale.
San Giovanni Paolo II, nella sua omelia pronunciata dal Duomo di Orvieto il 17 giugno del 1990, in occasione proprio della celebrazione Eucaristica del “Corpus Domini”, chiudeva il suo discorso con queste testuali parole: “Anche se la sua costruzione non è collegata direttamente alla solennità del “Corpus Domini”, istituita dal Papa Urbano IV con la bolla Transiturus, nel 1264, né al miracolo avvenuto a Bolsena l’anno precedente, è però indubbio che il mistero eucaristico è qui potentemente evocato dal corporale di Bolsena, per il quale venne appositamente fabbricata la cappella, che ora lo custodisce gelosamente. La città di Orvieto è da allora conosciuta nel mondo intero per tale segno miracoloso, che a tutti ricorda l’amore misericordioso di Dio, fattosi cibo e bevanda di salvezza per l’umanità pellegrina sulla terra. Del culto verso così grande mistero, la vostra città conserva e alimenta l’inestinguibile fiamma”.
Ovviamente non si può parlare della costruzione del Duomo senza alludere alla maestosità con la quale fu eretta e decorata quella che viene chiamata la Cappella del Corporale (1357-1364), fondata interamente sul “Miracolo di Bolsena”.
La decorazione della Cappella, in concomitanza al dibattito teologico del XIV secolo fra Domenicani e Francescani sul sangue di Cristo, si presenta come un compendio sull’eucarestia, una enciclopedia del XIV secolo, definita da un vocazione alla chiarezza dell’enunciato, didattica, e come un’esaltazione di s. Tommaso d’Aquino che, a trent’anni dalla canonizzazione, negli affreschi della volta della cappella è presentato, insieme a s. Agostino, s. Paolo e s. Giovanni, come un’autorità indiscussa sul tema eucaristico.