Roma , lunedì, 28. maggio, 2018 18:00 (ACI Stampa).
“Sono una donna corale. Un’opera collettiva senza il nome degli autori segnato in fondo. Sono stata scritta da uomini e donne di ogni tempo. Mi hanno vista bambina, signora, gran dama, regina spaventata, incantata, sgomenta, solenne, vestita di perle e di sacco. Sono stata di tutti come l’aria che si respira, l’acqua che dà vita, l’abbraccio di cui si ha bisogno. Sarò di tutti ancora e per sempre, sono madre e non c’è fine al desiderio di essere figli”.
E' l’incipit del romanzo dedicato alla Madonna, ‘Lei’, scritto dalla scrittrice MariaPia Veladiano, preside in un istituto scolastico a Vicenza, che con il suo primo romanzo, ‘La vita accanto’ ha vinto il Premio Calvino ed è giunta seconda al Premio Strega. Nella sinossi di quest’ultimo romanzo dedicato alla Madre di Dio c’è un invito speciale alla lettura:
“E’ la storia umanissima di Maria, madre di Dio bambino, la stessa di ogni madre per cui il proprio bambino è Dio, vita che si consegna fragilissima e si promette eterna. Ma il figlio di Maria è troppo speciale perché la storia sia solo questa e infatti sarà altra, raccontata per generazioni in poesia, in pittura, in musica, nel vetro, nel ghiaccio immacolato, a punto croce, sulle volte delle cattedrali e sui selciati delle piazze. Qui parla Maria”.
Perché un romanzo raccontato da Maria?
“Perché di Maria si parla tantissimo, è oggetto di trattati, di devozione, soggetto di preghiere, ma i Vangeli la fanno parlare pochissimo. Sei volte interviene e una volta si tratta del Magnificat e si sa che non sono parole di un dialogo, è una preghiera successivamente elaborata e fatta pronunciare a Maria. Ma lei deve aver parlato tanto. Ha avuto un bambino, lo ha cresciuto.