Città del Vaticano , lunedì, 14. maggio, 2018 20:16 (ACI Stampa).
La diocesi di Roma incontra il suo Vescovo. Papa Francesco, giunto nella Basilica di San Giovanni in Laterano, conclude il cammino avviato dalle parrocchie e dalle prefetture della Capitale, nel tempo di Quaresima, sulle “malattie spirituali”. Quattro domande e risposte e un discorso ufficiale.
“E’ la prima volta che sento l’esito di un prelievo di un lavoro diocesano! Il lavoro sulle malattie spirituali ha avuto due frutti – inizia così Francesco parlando al popolo di Roma - Primo, una crescita nella verità della nostra condizione di bisognosi, di infermi, emersa in tutte le parrocchie e le realtà che sono state chiamate a confrontarsi sulle malattie spirituali indicate da Monsignor De Donatis”. “Secondo – continua il Pontefice - l’esperienza che da questa adesione alla nostra verità non sono venuti solo scoraggiamento o frustrazione, ma soprattutto la consapevolezza che il Signore non ha smesso di usarci misericordia: in questo cammino Egli ci ha illuminati, ci ha sostenuti, ha avviato un percorso per certi versi inedito di comunione tra di noi, e tutto questo perché noi possiamo riprendere il nostro cammino dietro a Lui”.
L’incontro si apre con un momento di preghiera; poi una sintesi dei lavori pervenuti dalle parrocchie curata da una commissione diocesana, di cui è portavoce don Paolo Asolan, professore al Pontificio Istituto Pastorale “Redemptor Hominis” della Pontificia Università Lateranense. All’appuntamento partecipano l’arcivescovo vicario della diocesi di Roma Monsignor Angelo De Donatis, i vescovi ausiliari, i sacerdoti, i religiosi e le religiose e centinaia di laici provenienti dalle parrocchie e dalle altre realtà ecclesiali della diocesi di Roma, nonché i rappresentanti delle aggregazioni ecclesiali, delle cappellanie e delle scuole cattoliche della città.
L’economia dell’esclusione, l’accidia egoista, l’individualismo comodo, la guerra tra noi, il pessimismo sterile, la mondanità spirituale: sono queste le “malattie spirituali” di cui Francesco parla anche oggi. Per Don Paolo Asolan, che riporta i dati dell’analisi della commissione, la malattia di cui soffre di più la Chiesa di Roma è il pessimismo sterile. L’insistere sulle difficoltà rende ciechi su quello che di buono c’è nella diocesi.
Francesco, prima di pronunciare il suo discorso ufficiale risponde a 4 domande. La prima chiede al Papa quale sia la cura, la terapia di base per le nostre malattie spirituali, la seconda come recuperare la comunione con la Diocesi in una realtà grande come Roma, la terza come recuperare la gioia nella novità delle opere e attività parrocchiali, la quarta ed ultima, riguarda i giovani, di cosa hanno veramente bisogno.