Si è tenuto il 9-10 maggio il V colloquio congiunto tra il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e il Royal Institute for Interfaith Studies di Amman. In un messaggio – letto dall’arcivescovo Miguel Angel Ayuso Guixot, segretario del dicastero – il Cardinale Tauran ha sottolineato che “ogni persona o gruppo che si trova in condizioni di bisogno perché vittima di persecuzioni dovrebbe ricevere aiuto, perché si tratta di fratelli e sorelle nell’umanità. È una questione di giustizia.
L’arcivescovo Ayuso Guixot è a capo della delegazione cattolica di cui fa parte anche monsignor Khaled Akasheh, capo ufficio del Pontificio Consiglio per l’Islam. La delegazione musulmana è invece guidata dal principe El Hassan bin Talal.
Il tema dei lavori è stato “Le religioni e la dignità della vita”, analizzate sia dal punto di vista cristiano che musumano”.
Nel messaggio del Cardinale Tauran, anche l’invito a non dimenticare “le recenti atrocità perpetrate dai terroristi del cosiddetto Stato Islamico”, anche perché “il tentativo di giustificare quelle atrocità commesse in nome della religione rende i crimini” ancor più gravi.
Il dicastero si rese protagonista nel 2014 di un messaggio che chiese con forza ai partner del dialogo di prendere le distanze dalle tesi dei terroristi, e questo rifiuto netto che ne scaturì – nota – è stato chiaro “per i musulmani stessi e per gli altri”, mentre – nota il Cardinale Tauran – “una minoranza musulmana è stata ed è tuttora vittima di persecuzioni, con la conseguente emigrazione forzata di centinaia di migliaia di persone e l’uccisione di milioni di esse”.
Il Cardinale Tauran ha anche sottolineato che non si può sottovalutare che, tra le ragioni alle basi del terrorismo, non ci sono solo i fattori economici, ma anche “il discorso religioso, i libri di testo scolastici, i media e in particolare i mezzi di comunicazione sociale”, che possono avere un ruolo negativo o positivo per la pace nella società e nel mondo”.
Nella dichiarazione finale della due giorni di studi, le due delegazioni hanno diffuso una dichiarazione finale. La dichiarazione sottolinea che "la vita è un dono di Dio ai membri della famiglia umana", e per questo "deve essere protetta dal concepimento alla fine naturale", e che l'essere umano, apice della creazione, titolare di dignità, diritti e doveri, deve essere rispettato, ricevere amore e avere i mezzi per una vita degna.
I partecipanti hanno concluso che "c'è una forte relazione tra il rispetto per la dignità e i diritti umani e il progresso e la prosperità della nazione".
In più, musulmani e cristiani affermano la necessità di una speciale attenzione e cura per migranti, rifugiati e vittime di traffico di esseri umani, e sottolineano che "le giovani generazioni devono essere educate a rispettare la creazione e la dignità della vita", tanto che è allo studio l'idea di un "codice etico" da insegnare a scuola.
Al termine del colloquio si è siglato un protocollo di intesa , in cui veniva "confermata e istituzionalizzata la loro fruttuosa collaborazione.
Un incontro con il nunzio in Russia per il Metropolita Hilarion
Il Metropolita Hilarion di Volokamsk, a capo del Dipartimento per le Relazioni Estere del Patriarcato di Mosca, si è incontrato lo scorso 7 maggio con l’arcivescovo Celestino Migliore, nunzio apostolico presso la Federazione Russa.
La notizia è stata data dal sito ufficiale del Patriarcato di Mosca. Secondo la nota, durante l’incontro si è discusso dell’attuale agenda delle relazioni tra il Patriarcato di Mosca e della Santa Sede così come “altri temi di mutuo interesse”.
Tra questi ultimi, sicuramente c’è l’impegno comune contro la secolarizzazione e in favore dei cristiani perseguitati in Medio Oriente, tra l’altro contenuta nella dichiarazione congiunta di Papa Francesco e il Patriarca Kirill dopo il loro incontro all’Avana del 12 febbraio 2016.
Da segnalare che la scorsa settimana il metropolita Hilarion ha incontrato il Patriarca Teofilo di Gerusalemme, mentre subito dopo i raid americani, inglesi e francesi sulla Siria il Patriarca Kirill aveva preso l’iniziativa di chiamare tutti i patriarchi di Medio Oriente, incluso Papa Francesco.
Il Papa ha convocato una giornata di preghiera per la pace a Bari il prossimo 7 luglio, invitando tutti i patriarchi delle confessioni cristiane del Medio Oriente.
Il processo di pace in Colombia
L’ex presidente colombiano Juan Manuel Santos è oggi ad Assisi con Angela Merkel per un “manifesto sull’Europa”.
“Il senso dell’appuntamento di Assisi – ha dichiarato il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato – è quello di essere più vicini alle speranze e alle inquietudini degli uomini e delle donne di oggi. L’incontro sarà l’occasione per dialogare sui temi cari ai francescani: economia, lavoro, giovani, ambiente, pace e accoglienza”.
Con questo appuntamento, Assisi sembra sempre più orientata a presentarsi come una sorta di “ONU”. Pare sia in programma anche la consegna di un premio per la Pace a Vladiimr Putin, occasione nella quale si vorrebbero invitare anche Papa Francesco e il Patriarca Kirill per un nuovo storico incontro.
Intanto, del processo di pace in Colombia ha parlato l’arcivescovo Ettore Balestrero, nunzio in Colombia, in un incontro a Ibagué lo scorso 7 maggio. L’ “ambasciatore del Papa” ha sottolineato che la pace è un processo che si costruisce tutti i giorni, e che la firma di un documento non si traduce in una immediata risoluzione dei problemi.
“L’importante – ha detto – è costruire un paese in pace, rispettoso delle persone, dove esista trasparenza, che non abbia niente di nascosto e abbia in aggiunta l’interesse a voltare pagina, nella verità e nella giustizia”.
Verso un Concordato con l’Angola
Un concordato con tra la Chiesa Cattolica e lo Stato dell’Angola è in dirittura di arrivo, ha detto lo scorso 6 maggio l’arcivescovo Dom Peter Rajic, nunzio apostolico a Luanda.
L’accordo punterà a riconoscere la personalità legale della Chiesa Cattolica nella nazione, così come la proprietà e la gestione di varie edifici legati alla Chiesa, incluse scuole e ospedali. Nell’accordo si parlerà anche di libertà religiosa e libertà di espressione.
Il lavoro per il Concordato è iniziato lo scorso 7 marzo, quando Joao Lourenceo, capo dello Stato dell’Angola, ha stabilito una commissione interministeriale per tenere i negoziati sull’Accordo Quadro. La commissione era chiamata a concludere il lavoro entro 6 mesi. I negoziati su un possibile concordato erano rimasti sospesi dal 2015.
Santa Sede e Angola hanno piene relazioni diplomatiche dal 1997.
Attualmente, la Santa Sede ha 214 tra concordati e accordi con 74 nazioni diverse. Di questi, 154 accordi sono stati stipulati con 24 nazioni europee.
Dalla Malesia
L’arcivescovo Joseph Marino, nunzio apostolico in Malesia, ha messo in luce tre importanti aspetti dell’ultima esortazione di Papa Francesco, la Gaudete et Exsultate, durante le celebrazioni del giubileo d’argento della diocesi di Keningau.
Parlando dall’Immanuel Catechetical Building appena completato, l’arcivescovo Marino ha sottolineato che il Papa ha proposto una volta ancora la chiamata universale alla santità stabilita nella costituzione apostolica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II; quindi, il Papa ha proposto una comprensione pratica della Santità cristiana; e infine Papa Francesco ha chiesto di abbracciare una santità per i nostri tempi.
Da poco è stata aperta la nunziatura in Malesia, inaugurata lo scorso 23 novembre dell’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato. La Chiesa malese è in crescita, e lo testimoniano i numeri della diocesi di Keningau.
Quando fu fondata, 25 anni fa, la diocesi aveva una popolazione cattolica di 56.852 persone, suddivisa in 8 parrocchie e 155 cappelle, servita 7 sacerdoti, 137 catechisti e religiosi in 8 conventi.
Oggi (dati del 2016), la popolazione cattolica è cresciuta al numero di 135.544 persone, le parrocchie sono diventate 9 con 402 cappelline, e ci sono 19 sacerdoti (18 diocesani, un religioso), 44 suore, 24 frati, sei seminaristi, 18 donne laiche consacrate e 410 catechisti.
Nicaragua
L’appello di Papa Francesco per il Nicaragua lo scorso 22 aprile arrivava in un momento di tensione crescente, e la Chiesa cattolica ha accettato di fare da mediatore in un comunicato del 24 aprile.
Lo scorso 4 maggio, l’arcivescovo Waldemar Stanislaw Sommertag, di recente nominato nunzio apostolico in Nicaragua, ha invitato i nicaraguensi a ristabilire la pace e terminare le violenze nel Paese al termine della Messa per la celebrazione della Santa Cruz a Roma.
La Messa vedeva la presenza di membri del corpo diplomatico dell’America Latina e dei Caraibi, così come membri della missione diplomatica del Nicaragua in Italia e in Vaticano.
Nel suo invito, l’arcivescovo Sommertag ha anche ricordato l’appello del Papa del 22 aprile, sottolineando che pace e riconciliazione sono responsabilità di tutti i nicaraguensi.
Il Papa in Africa il prossimo anno?
La visita della premier romena Viorica Dancila l’11 maggio scorso ha rilanciato la possibilità di un viaggio papale in Romania nel 2019. Ma nell’agenda dei viaggi del Papa per il 2019 potrebbe esserci anche il Madagascar, a sentire quello che dice il vescovo Gilbert Aubry, vescovo dell’Isola della Reunion e presidente della Conferenza Episcopale dell’Oceano Indiano che è stata recentemente in visita da Papa Francesco.
L’arcivescovo ha parlato del viaggio in una intervista ad Antenne Reunion il 10 maggio. Sarebbe, se confermata, la seconda visita di un Papa in Madagascar. Il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha visitato il Paese nel gennaio 2017, per festeggiare i 50 anni di relazioni diplomatiche tra Antananarivo e la Santa Sede.
L’ambasciatore del Libano in visita di congedo dal Papa
Antonio Raymond Andary, ambasciatore del Libano presso la Santa Sede, è stato l’11 maggio in visita di congedo da Papa Francesco. L’ambasciatore, scelto anche per il suo legame con l’Argentina, aveva presentato le sue lettere credenziali il 5 gennaio 2018, appena tre mesi fa.
La notizia arriva mentre il Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, compie un viaggio in Libano dal 10 al 13 maggio, con vari incontri e celebrazioni di stampo prettamente ecclesiale.