“Difficile definire Loppiano – afferma Balduzzi – perché i focolarini la definiscono una cittadella, ma non è esatto. E non è nemmeno una città. Io direi che Loppiano è una idea, un progetto”.
Ma monsignor Piero Coda, rettore dell'Istituto Universitario Sophia, la definisce piuttosto "una realtà cristiana moderna che punta a riproporre quello che nei primi secoli del cristianesimo era l’abbazia benedettina", come era nell'idea originale di Chiara Lubich.
Cioè - spiega ancora il teologo - "una comunità con al centro la liturgia eucaristica, delle persone consacrate a Dio nella preghiera e nel lavoro e poi tutta una serie di attività artistiche e artigianali che fossero di fermento artigianale e culturale per il territorio in cui vive".
Cittadella senza mura né fortificazioni o abbazia moderna, con il nome mutuato da quello della località ereditata dal movimento da una famiglia focolarina di Brescia di cui solo in seguito si capì che se ne poteva fare una “città” , Loppiano risponde forse meglio di una altra cosa alla definizione di una comunità a cielo aperto, dove c’è una università (l’Istituto Sophia), vari centri di spiritualità e formazione, un polo economico industriale dedicato a Lionello Bonfanti, un auditorium e, al centro di tutto, una Chiesa, dedicata a Maria Theotokos, Maria Madre di Dio.
Paradossalmente, la chiesa è stata l’ultima ad essere costruita, terminata nel 2008: sarà proprio da qui che Papa Francesco comincerà la sua visita.
Atterrato in elicottero proveniente da Nomadelfia, il Papa farà un breve tragitto in macchina e uno ancora più breve in Papamobile, dove si attendono – dicono gli organizzatori – circa 6 mila persone a salutarlo.
Quindi, Papa Francesco entrerà dalla porta centrale del santuario, e percorrerà il raggio centrale della ellisse perfetta, per arrivare in adorazione davanti al tabernacolo, separato dall’altare solo da una finestra di vetro colorata di giallo sul punto del tabernacolo e di blu tutto intorno: è il manto di Maria che avvolge Gesù, o, per meglio dire, il cielo che avvolge il sole.
“Il santuario nasce da un bozzetto che voleva raffigurare l’immagine che Chiara Lubich aveva dato di Maria, come di una irradiazione che porta Gesù dalle altezze del cielo agli abissi della terra”, racconta Chiara, del Centro Ave, che ha curato il progetto e la realizzazione della Chiesa. Il Centro Ave è stata la prima emanazione artistica del Movimento. E Ave Cerquetti, l’ideatrice, sarà tra quelli che saluteranno Papa Francesco.
Tra l’altare e la torre c’è uno spazio, quasi trasparente, dove è il tabernacolo. È il momento in cui “Gesù abbandonato” – una caratteristica tipica della spiritualità del Movimento dei Focolari – sperimenta il distacco dal mondo e l’abbandono di Dio, e per questo è luminoso: perché il suo momento più buio è il momento di maggiore luce per l’umanità.
Non si sa se Papa Francesco, dopo un primo momento in preghiera, passerà in questo spazio di adorazione, la cui altra parte è data dalla torre campanaria, tra l’altro abitata e occupata al primo piano da una cappella ecumenica.
Si sa, però, che dopo si sposterà sul lato sinistro, a rendere omaggio ad una particolarissima icona di Maria, dipinta dal pittore indù Kalaichelvan e donata a Chiara Lubich Shri B. K. Krishnaraj Vanavarayar e famiglia. Posto nel monastero come segno tangibile dell'amore dei fratelli di altre religioni che aderiscono al Movimento dei Focolari, il quadro è stato benedetto da San Giovanni Paolo II il 26 settembre 2004 a Castel Gandolfo e ha la particolarità che il volto di Maria è uguale a quello di Gesù Bambino.
Il quadro è posto in una sorta di nicchia, una parete decorata con un bassorilievo, mentre dall’altra parte del santuario una vetrata sta a raccontare la Passione di Gesù Cristo.
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Da lì, Papa Francesco si sposterà sul sagrato, e lì ci sarà l’incontro con quanti sono intervenuti. Normalmente, a Loppiano vivono 850 persone circa, ma saranno in qualche migliaio ad accogliere il Papa. In molti vi arrivano per qualche mese, per sperimentare quel patto di amore reciproco che è stato rinsaldato con una promessa formale ieri sera, quando ci si è riuniti tutti per riaffermare il cosiddetto Patto di Loppiano. Sarà questo Patto ad essere presentato a Papa Francesco questa mattina, firmato da tutti gli abitanti di Loppiano.
Ed è questo patto, e la realtà della "cittadella", l' "attestazione concreta - afferma monsignor Coda - che l’utopia che tutti siano uno che Chiara ha messo al centro della sua esperienza cristiana, non è una utopia, ma è una realtà. Nel corso degli anni, infatti, Loppiano è diventata sede di formazione dei focolarini e delle focolarine che sempre di più sono diventati suoi cittadini lungo gli anni, proveniendo da varie religioni e varie convinzioni cultural. E sono decine ormai le cittadelle più piccole che sono disseminate nel mondo, da Ottmaring dove c’è una cittadella di carattere ecumenico, all’America Latina, dal Brasile all’Africa all’Asia".