Loppiano , martedì, 8. maggio, 2018 9:00 (ACI Stampa).
A pochi giorni dalla visita papale a Loppiano in programma giovedì 10 maggio, Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, ha invitato ad intensificare la preghiera e l’amore evangelico in preparazione dell’evento: “Vorremmo che a Loppiano il Papa possa trovare quel popolo di Chiara che vive il Vangelo e che è legato solamente dall’amore scambievole, che possa vedere nella cittadella un riflesso della vita trinitaria sulla terra”.
A Michele Zanzucchi, docente all’Istituto Universitario ‘Sophia’ a Loppiano e caporedattore degli esteri del mensile ‘Città Nuova’, abbiamo chiesto di spiegarci la sensazione che si prova: “A 65 anni dalla fondazione di Loppiano, per la prima volta un papa visita la cittadella toscana dei Focolari, la prima della trentina che esistono oggi nel mondo. I sentimenti che si provano sono di vario genere. Innanzitutto uno che riguarda la dimensione ecclesiale dell’evento: la mattinata che il papa trascorrerà a Loppiano si inserisce infatti in una serie di visite già effettuate o di prossima realizzazione nei luoghi del cattolicesimo italiano più dinamici, più popolari e anche più contestati, in diversi momenti della loro esistenza. Così la visita ai luoghi di don Mazzolari, di don Milani, di don Tonino Bello, di don Zeno…
C’è poi un sentimento di riconoscenza (se così si potesse dire) a nome della fondatrice Chiara Lubich: sapendo quanto amava la Chiesa, e sapendo quanto amava anche Loppiano, prototipo di una convivenza basata sull’amore reciproco evangelico, non posso che esprimere i sentimenti di gratitudine che tutto il Movimento ha per questo gesto del papa. Infine, c’è pure un sentimento di attesa: questo papa sa creare sempre la sorpresa. Negli ultimi anni ha saputo ‘pungolare’ le diverse associazioni laicali ad un sempre maggior impegno per il Vangelo, e per il Vangelo dei poveri. Chissà che cosa ‘inventerà’ questa volta”.
Perché la fondazione di una cittadella come Loppiano?
“Come per tutte le altre ‘fondazioni’ di Chiara Lubich, lo Spirito si è manifestato quando Chiara Lubich ha risposto a una reale esigenza dettata dall’attenzione e dall’amore per situazioni particolari, che hanno poi dimostrato una valenza universale. Così per Loppiano si trattava di dare una ‘casa’ ai tanti giovani che all’epoca, agli inizi degli anni Sessanta, volevano seguire il carisma dell’unità. Da questa risposta originale è poi nata una cittadella di convivenza per gente di tutte le età, le razze, il censo, in uno spirito conciliare di apertura e di evangelizzazione. Che l’idea originale, maturata anni prima dinanzi all’abbazia di Einsiedeln, in Svizzera, fosse buona lo dimostra la nascita progressiva di altre decine di centri simili, nelle più diverse situazioni locali, come risposta ad esigenze emerse sul posto: ad esempio l’ecumenismo, il dialogo interreligioso, i problemi sociali…”.