Capua , giovedì, 3. maggio, 2018 10:00 (ACI Stampa).
Un appuntamento che torna una tradizione che racconta la nostra storia. La processione dei Busti di Argento della cattedrale di Capua il prossimo 5 maggio è una occasione per studiare la storia della città e della fede.
Gli argenti sono frutto delle “limosine dei fedeli”, le donazioni dei fedeli alla Chiesa di Capua. Si tratta di una collezione di reliquiari opera degli artigiani “artisti” del settecento napoletano. Occasione unica per ammirarli la processione, fermamente voluta dall’Arcivescovo Salvatore Visco e dal rettore della Cattedrale, don Gianni Branco.
Le statue sono conservate negli armadi murali della Cappella del Santissimo Sacramento e raffigurano Santo Stefano protomartire (sec. XVIII); Sant’Agata, vergine e martire (sec. XVIII); Sant’Irene (sec. XVII); l’Addolorata (sec. XVIII); San Sebastiano (sec. XVI); Sant’Andrea Avellino (sec. XVIII); San Gaetano Tiene fondatore dei Chirici
Regolari (sec. XVIII); l’urna argentea di San Prisco, vescovo e martire (sec. XI), il cui busto argenteo fu distrutto durante l’ultima guerra. Ma nel Tesoro ve ne erano altre, anch’esse d’argento. Sono quelle di San Michele Arcangelo, di San Francesco Saverio e di San Tommaso D’Aquino, commissionate dal Cardinale Arcivescovo Caracciolo, e quella di Santa Maria Maddalena dei Pazzi che fu distrutta durante la guerra nel 1943.
La processione dei busti, nel corso della storia, rispettava un cerimoniale ben definito. Le fonti storiche, arricchite dai saggi di Michele Monaco, farebbero risalire il rito già al Seicento, in occasione della festa di San Marco, il 25 aprile. Michele Monaco cappellano e predicatore del monastero di San Giovanni delle Monache di Capua fu esaminatore sinodale, canonico della Basilica Cattedrale, rettore del Seminario, rettore, confessore e direttore spirituale del monastero e mantenne tale incarico, conferitogli dal cardinale Bellarmino, fino alla morte.