Città del Vaticano , lunedì, 30. aprile, 2018 12:05 (ACI Stampa).
“Una vita rara” un nome che dice molto “perché esprime la realtà di Davide, ma anche la vostra con lui, in modo positivo, non negativo. Il negativo c’è, lo sappiamo, è realtà quotidiana. Ma questo nome dice che voi sapete guardare il positivo: che ogni vita umana è unica, e che se la malattia è rara o rarissima, prima ancora è la vita ad esserlo”.
Così questa mattina il Papa ha salutato i membri dell’Associazione “Una vita rara” ricevendoli in udienza nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano. L’incontro avviene al termine delle nove tappe della “Rare words run”-“Corsa delle Parole Rare”, partita lo scorso 21 aprile da Monticelli Brusati (BS) e giunta oggi a Roma, che vuole simbolicamente dar voce a coloro che sono affetti dalla Allan Herndon Dudley Syndrome (AHDS-MCT8) e a quanti sostengono l’Associazione, impegnata a sostegno della ricerca scientifica e della tutela della salute per la cura delle malattie rare.
Il Papa ha ringraziato i promotori della iniziativa e ha ricordato che lo “sguardo positivo è un tipico “miracolo” dell’amore. È l’amore che fa questo: sa vedere il bene anche in una situazione negativa, sa custodire la piccola fiammella in mezzo a una notte buia.
E l’amore fa un altro miracolo: aiuta a rimanere aperti agli altri, capaci di condividere, di essere solidali anche quando si soffre una malattia o una condizione pesante, logorante nel quotidiano”.
E nel saluto ha ricordato la corsa “per la vita e per la speranza” che si è conclusa oggi.