Praga , martedì, 1. maggio, 2018 10:00 (ACI Stampa).
Era stato un bersaglio dei nazisti, internato nel campo di concentramento di Dachau, e poi processato e messo agli arresti domiciliari dal regime comunista, prima di ricevere un permesso per andare a Roma per partecipare al Concilio con la promessa di non tornare mai più. E a Roma, in San Pietro, è rimasto sepolto per 49 anni il Cardinale Josef Beran, prima che il suo desiderio fosse esaudito, e il suo corpo potesse tornare a Praga, nella terra da cui fu esiliato.
La Messa per dare il bentornato al Cardinale si è tenuta il 21 aprile, nella Cattedrale di San Vito, Venceslao ed Adalberto, con una solenne Messa in onore di Sant’Adalberto, il secondo vescovo di Praga che provò ad evangelizzare la sua terra invano, due volte rinunciò diventando benedettino a Roma, e venne trucidato sulla Costa Baltica dopo aver cercato di evangelizzare la Prussia.
Le spoglie del Cardinale Beran erano state ricevute a Praga, ed erano partite verso la cattedrale in solenne processione dalla Basilica dell’Assunzione di Maria a Strahov, il luogo dove Josef Beran ha pronunciato le sue ultime prediche.
Il Cardinale Dominik Duka, arcivescovo di Praga, è entrato in cattedrale scalzo, in segno di umiltà, Quindi, ha pronunciato una omelia in cui ha sottolineato che il vescovo Adalberto e il Cardinale Beran erano simili per la loro difesa della libertà umana e la lotta contro la schiavitù, che si combinava con lo sforzo per la convivenza affettuosa delle famiglie e la verità della vita spirituale.
L’arcivescovo di Praga ha notato il fatto che le spoglie del Cardinale Beran sono rientrate proprio mentre il Partito Comunista sta celebrando un convegno, ospite il presidente Zeman, chiedendo di prendere sempre più grande parte al potere “nonostante la sconfitta alle ultime elezioni”.