Fatima , martedì, 17. aprile, 2018 16:00 (ACI Stampa).
Cosa significa la globalizzazione per la Chiesa cattolica in Europa e Africa? Ne hanno discusso le delegazioni dei vescovi africani e dei vescovi europei, riuniti a Fatima dal 12 al 15 aprile. I quali hanno indicato nella “erotizzazione della società, il gender e il pansessualismo” i frutti amari del fenomeno globale, e sottolineato che solo una società fondata su Dio può avere un vero indirizzo morale.
Nel comunicato finale, i vescovi della SECAM e del CCEE hanno descritto una globalizzazione a due facce: da una parte “offre solidarietà tra nazioni e popoli” e può servire “la giustizia e la pace”, propagando “idee e valori nobili e costruttivi”; dall’altra, la globalizzazione si presenta spesso “segnata dal peccato” e per questo “tende a provocare un profondo divario tra ricchi e poveri, tra potenti e deboli”, rinforzando “la lotta per il potere, per il profitto crescente e l’edonismo”, distruggendo “l’eredità dell’alta cultura, della spiritualità e della dignità umana”, innescando “una decostruzione delle fondamenta dell’esistenza come il diritto incondizionato alla vita”.
I vescovi africani ed Europei denunciano “una certa post-modernità irrazionale” che porta “all’animalizzazione dell’umano e all’umanizzazione dell’animale”.
È importante, per i vescovi, il culto a Dio, che si “attua nella relazione dell’uomo con il principio e la fine della storia e dell’universo intero”. È un tema, questo, particolarmente al Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, che più volte ha sottolineato come si stia cercando, nel mondo, di imporre un “ordine mondiale senza Dio” e persino invitato i giovani ad essere dissidenti, guardando al di là di questa agenda imposta.
Si legge nella dichiarazione finale di SECAM e CCCE che va ricordato che “è grazie al rapporto con Dio che l’uomo trova il senso ultimo del proprio cammino terreno”, e così anche “la direzione morale, la strada del vivere nel bene quindi del vivere bene, della vita buona”.