Roma , domenica, 15. aprile, 2018 15:00 (ACI Stampa).
Il fascino del "giovane favoloso", di Giacomo Leopardi, non conosce limiti. Anche oggi, in piena epoca di social, internet, video, e così via, la sua poesia è tra le più amate, lette e citate. Soprattutto "L'Infinito", che nel prossimo 2019 compirà esattamente duecento anni.
Continuando ad essere tradotta e recitata in tutte le lingue del mondo, dall'arabo all'aramaico, dal francese al giapponese. Basta andare a visitare il Centro mondiale della poesia a Recanati, il paese in cui Leopardi ha passato buona parte della sua difficile esistenza e che e diventato il "memoriale" leopardiano per eccellenza, dal fascino intatto. Qui si possono, si potrebbe dire, toccare con mano le testimonianze di quanto questi versi siano diffusi e amati nel mondo, ancora e sempre. E qui, a Recanati, dopo una breve e passeggiata nel bellissimo centro storico, di palazzo in palazzo, di via in via, si può arrivare in un giardino nascosto, che una volta faceva parte di un monastero, e affacciarsi verso "l'ermo colle", provando a immaginare le emozioni di quel ragazzo solitario, pallido e pieno di sogni, d'amore e di angoscia.
Tutto quel tumulto si è cristalizzato in versi perfetti che spalancano lo sguardo e il cuore verso un orizzonte senza limiti, alla ricerca di un reale senso del vivere. " Sempre caro mi fu quest'ermo colle" diventa quasi una formula magicab che riesce ad aprire il varco per una terra senza confini, illuminata dalla parola che è luce e bellezza.