Città del Vaticano , venerdì, 19. giugno, 2015 11:47 (ACI Stampa).
“Nell’anno in cui ricorre il cinquantesimo anniversario della promulgazione della Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione, Dei Verbum, sembra più che opportuno che dedichiate la vostra Assemblea Plenaria alla riflessione sulla Sacra Scrittura, fonte di evangelizzazione.” Papa Francesco lo ha ricordato ai partecipanti alla X Assemblea plenaria della Federazione Biblica Cattolica (FEBIC). Il Papa ha salutato il Cardinale Tagle, nuovo Presidente, e Mons. Paglia per il servizio reso in questi anni alla Federazione.
“La Chiesa- ha scritto il Papa nel discorso consegnato - che proclama ogni giorno la Parola, ricevendone nutrimento e ispirazione, si rende beneficiaria e testimone eccellente di quella efficacia e potenza insita nella stessa Parola di Dio (cfr Dei Verbum, 21). Non siamo noi, né i nostri sforzi, ma è lo Spirito Santo che opera per mezzo di coloro che si dedicano alla pastorale e fa lo stesso pure negli uditori, predisponendo gli uni e gli altri all’ascolto della Parola annunciata e all’accoglienza del messaggio di vita.”
Francesco ricorda che ci sono ancora luoghi dove “la Parola di Dio non è stata ancora proclamata o, seppure proclamata, non è stata accolta come Parola di salvezza. Ci sono luoghi dove la Parola di Dio viene svuotata della sua autorevolezza. La mancanza del sostegno e del vigore della Parola conduce ad un indebolimento delle comunità cristiane di antica tradizione e frena la crescita spirituale e il fervore missionario delle Chiese giovani.”
Una responsabilità che ci riguarda tutti scrive il Papa: “Pertanto, resta valido l’invito ad un particolare impegno pastorale per far emergere il posto centrale della Parola di Dio nella vita ecclesiale, favorendo l’animazione biblica dell’intera pastorale. Dobbiamo far sì che nelle abituali attività di tutte le comunità cristiane, nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti, si abbia realmente a cuore l’incontro personale con Cristo che si comunica a noi nella sua Parola, perché, come ci insegna san Girolamo, l’«ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo» (Dei Verbum, 25).”
Rispondendo a braccio al cardinale Tagle, il Papa ha ricordato che “quando una Chiesa si chiude in sé stessa e si dimentica che è stata mandata, che è stata inviata per annunciare il Vangelo, cioè la Buona Novella, per muovere i cuori col Kerygma - il Cardinale ha detto bene - invecchia. Un’altra cosa ha detto il Cardinale: si indebolisce. E anch’io ne aggiungo due: si ammala e muore”. Perché “ci sono due modi, due maniere di morire: o morire chiusi in sé stessi o morire dando la vita in testimonianza. E una Chiesa che ha il coraggio – la parresia – per portare avanti la Parola di Dio e non si vergogna è sulla strada del martirio”.