Città del Vaticano , domenica, 1. aprile, 2018 10:48 (ACI Stampa).
È la “sorpresa dell’annuncio di Dio” che ci porta ad avere fretta, a correre per contemplarlo il centro dell’omelia di Papa Francesco nella Messa di Pasqua. Con una domanda finale: “Io che?” Cosa si è chiamati a fare, insomma, dopo l’annuncio della Resurrezione.
Come tradizione ormai da 32 anni, piazza San Pietro è ricoperta da un tappeto di fiori arrivati direttamente dall’Olanda. I preparativi sono cominciati dall’autunno, e ci sono 49900 fiori tra rose, roselline, orchidee, narcisi e soprattutto cymbidium, una orchidea particolarmente resistente e durevole, tipica dei Paesi Bassi, che simboleggia amicizia ed amore puro. Ma non solo: nella simbologia cristiana le macchie sui petali delle orchidee rappresentano il sangue di Cristo, mentre i cymbidium gialli scelti per l’addobbo ricordano la luce e la gioia per la Resurrezione, e quelli verdi sull’altare rappresentano speranza, forza, calma e pace.
La celebrazione comincia con il rito del Resurrexit, una liturgia papale che dal Giubileo del 2000 si svolge all’inizio della Messa di Pasqua. :i diaconi aproono gli sportelli e mostrano l’icona di Gesù Santissimo Salvatore, e si cantano le antifone inneggianti alla Resurrezione. Il rito era in uso nella corte papale fino al 1309, quando la sede del Papa fu trasferita ad Avignone, e l’icona veniva venerato dal Vescovo di Roma in abiti pontificali nel Sancta Sanctorum della Basilica di San Giovanni in Laterano.
Le letture, quindi il Vangelo, cantato in latino e in greco, e l’omelia di Papa Francesco, pronunciata a braccio.
Tre i passaggi dell'omelia: l’annuncio, la corsa per verificarlo e il significato dell’annuncio nella nostra vita personale.