Tra questi ragazzi abbiamo incontrato Marta Croppo, che ha frequentato quel liceo ed è autrice della meditazione alla XIV stazione: “Come allora non c’era posto per te, non hai adesso dove posare il capo: ma sul Calvario, sulla dura cervice del mondo, lì cresce un giardino dove ancora nessuno è stato mai sepolto… Vorrei correre lontano, ma dentro di me tu sei; non devo uscire a cercarti, perché alla mia porta tu bussi”.
Quale è stato il primo sentimento alla proposta di redigere la Via Crucis per il Papa?
“Il primo sentimento alla proposta del professor Monda è stato sicuramente di stupore. Sappiamo che questi testi sono da anni affidati ai migliori esperti, teologi e talora poeti: consegnare a noi ragazzi questo compito alto ed inaspettato è sicuramente un segno molto forte che la Chiesa ha voluto dare, contando forse sulla nostra semplicità e schiettezza”.
Cosa significa confrontarsi con la morte di Gesù?
“La morte di Cristo è la condizione che si avvicina di più alla nostra: è, usando un gioco di parole, una realtà più vera del reale, e confrontarsi con essa è sicuramente un’esperienza estremamente rivelativa, per i credenti e non. Spesso pensiamo di poter sanare i nostri conflitti o di saziare la nostra vita con altro, che siano soddisfazioni personali, impegni che ci gratificano, rapporti di amicizia e di amore: tutto ciò è fondamentale ed importantissimo, lo è insieme a molte altre cose che rendono la vita unica e preziosa. Ma parimenti sentiamo spesso una mancanza di fondo, uno spazio che solo noi conosciamo e che sappiamo non essere mai riempito, per quanto si tenti di nasconderlo: è quello spazio che la meditazione sulla morte di Gesù, uomo tanto quanto noi, viene a colmare. Montale direbbe che “tutte le immagini portano scritto ‘più in là’”: l’incontro con Gesù crocifisso è l’immagine che ferma la ricerca, che ci fa sedere e stare in silenzio, senza la volontà di fare per forza, di avere, di ottenere”.
Dopo la morte avviene la resurrezione: a quale sfida è chiamato un giovane davanti ad un itinerario di fede?
“La morte è tanto più grande ed importante quanto più è seguita dall’evento ‘scandaloso’ della resurrezione: lo è in sé e lo è l’amore sovraumano ed insensato di Cristo, che solo essa annuncia. Penso che la sfida di un giovane che si appresta ad intraprendere un cammino di fede a fronte di ciò sia non avere paura di andare a fondo in quello che rappresenta per lui la croce –ovvero la sofferenza, o la parte che della nostra vita che meno ci piace e che più di tutte vorremmo cambiare-, sapendo con certezza che dove non viene amato o dove lui stesso non si ama, lì lo ama Cristo, ed il suo amore lo sorregge”.
Ad ottobre ci sarà il Sinodo della Chiesa sui giovani: cosa domanda un giovane alla Chiesa?
“Il Sinodo sarà una grande occasione per poter dare voce alle problematiche che noi giovani ci troviamo a vivere –prima fra tutte, la costante convinzione e la paura di non essere compresi: quello che più di tutto ci aspettiamo dalla Chiesa è che essa nell’incontro rifugga il moralismo, a causa del quale troppo spesso il messaggio cristiano viene frainteso e svilito, rendendolo appannaggio quasi dei ragazzi e delle ragazze ‘per bene’. L’annuncio folgorante dell’amore di Cristo penetra nella vita di ognuno e di ognuno rivela l’importanza e la preziosità, mentre da noi stessi siamo portati a svalutarci, e così a ricercare l’approvazione dell’altro nelle forme più svariate: per questo l’autentico messaggio cristiano non può entrare nella nostra vita se non è supportato da una vera, attenta e paziente pastorale.
Quello che caratterizza noi giovani è sicuramente la predisposizione all’avventura, alla ricerca di cose alte e grandi, e quanto più questa ricerca viene frustrata e frenata dal disincanto o dal buonismo tanto più profondamente cerchiamo in altro la nostra sazietà: ciò che ci aspettiamo dalla Chiesa è che sia sempre più meticolosa nell’offrire esperienze che affrontino senza filtri questioni di carattere (oserei dire) esistenziale, e che non ponga barriere di alcun tipo nel rapporto con i giovani che si avvicinano ad essa”.
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