Città del Vaticano , mercoledì, 28. marzo, 2018 9:00 (ACI Stampa).
“L’impressione è stata molto positiva, come di un uomo posato, ben “piantato” per terra”.
Così il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato emerito, racconta il suo primo incontro con Giovanni Paolo II nel libro “I miei Papi” edito da Elledici.
“Avevo letto le sue riflessioni su Max Scheler, nel suo libro Persona e atto- scrive il cardinale- che riprendeva il pensiero della tesi da lui sostenuta all’Angelicum... Karol Wojtyła era un moralista e un antropologo, ed io ero tra il resto professore di Teologia morale, sebbene non di morale fondamentale ma di morale sociale”.
Il cardinale ricorda come la Polonia fosse “considerata nazione di nobili e consolidate tradizioni cristiane. Anche io, senza dubbio, ero affascinato dalle generazioni di autentici credenti, di coraggiosi testimoni del Vangelo e anche di martiri della fede che la nazione polacca aveva espresso.
Karol Wojtyła era una persona che certamente accentuava questa mia ammirazione per un intero popolo. Penso ancora a lui per trovare conforto e ispirazione nelle sfide di oggi, dopo il crollo del totalitarismo comunista. Sfide che sono in parte mutate rispetto al passato, ma non sono certamente diminuite”.