Il Papa risponde ricorda la visita ad una casa di ragazze liberate dalla schiavitù della prostituzione, le loro storie, con commozione e dettagli sull’atteggiamento emotivo delle ragazze schiavizzate “si difendano con una sorta di schizzofrenia ma senza alcuna speranza”.
E dice, il Papa: “ quando si liberano non hanno il coraggio di tornare a casa e dire la verità perché amano tanto la famiglia e impedisce che fratelli e sorelle siano sporcati da questa storia”.
E parlando dei clienti dice il Papa “forse il 90 per cento sono battezzati” e “penso allo schifo che devono sentire queste ragazze”.
Il Papa racconta il metodo delle case di Don Benzi per salvare le ragazze, la domanda per avvicinare le ragazze e aiutarle ad uscire dalla schiavitù è: quanto soffri?
Un delitto che “nasce da una mentalità malata: la donna va sfruttata e non c’è femminismo che sia riuscito a togliere questo dalla coscienza, dall’immaginario collettivo...una malattia di un modo di pensare sociale, in crimine contro l’umanità”. E aggiunge: “Questa è una delle lotte che chiedo a voi giovani di fare, per la dignità della donna”. E conclude “ e per favore se un giovane ha questa abitudine la tagli, che fa questo è un criminale....questo non è fare l’amore, è torturare la donna, è criminale” e dice “ voglio approfittare di questo momento per chiedere perdono per tutti i cattolici che fanno questo atto criminale”.
Arriva poi Maxime Rassion dalla Francia, non battezzato, non credente, indeciso e inquieto che ha bisogno di discernimento per la vita e la professione.
Francesco parla del pericolo “non lasciare sorgere le domande” e “ di anestetizzare le domande”. Il Papa spiega che le “domande forti possono essere anestetizzate...una tecnica che finisce con la corruzione in guanti bianchi”.
Bisogna essere coraggiosi e fare “le domande crude come sono”.
Tutti abbiamo bisogno di discernimento dice il Papa, e aggiunge che molte comunità ecclesiali non sanno farlo. “ Discernere è accompagnare e ascoltare lasciare che la persona tiri fuori tutto e trovi la strada”. Poi aggiunge che non di tutte le cose si può parlare con tutti. “ Cerca un saggio che è quello che non si spaventa di nulla”. E attenzione ad aprire tutto e non truccare i sentimenti, dice il Papa.
Dall’ Argentina María de la Macarena Segui delle Scholas Occurrentes parla di educazione.
Il Papa parla della strutture scolastiche che danno molte conoscenza ma che fannoo perdere la capacità dello stupore, una eredità illuminista, dice. E racconta invece la esperienza di Schola che ha invertito questa tendenza. “ Per avere una educazione completa serve il linguaggio della mente, pensare bene e sapere le cose e cercare con il pensiero, linguaggio del cuore, imparare a sentire bene , il bullismo è proprio una mancanza di cuore, e poi il linguaggio del fare, delle mani”
Mente, cuore e mani armonizzati. Un cammino, dice il Papa per una educazione integrale comunitaria.
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Poi parla dei pericoli del mondo virtuale, che “può portare a livello di alienazione molto forte” e senza radici. Per salvarsi da questo pericolo dice il Papa serve concretezza.
Poi racconta di aver celebrato un matrimonio privato a Santa Marta sabato scorso di una insegnate che vuole lottare contro il mondo virtuale con molta concretezza anche per il gioco dei ragazzi.
La realtà spiega il Papa deve essere solida e radicata nel concreto.
Il mondo virtuale ha anche un altro difetto dice il Papa, toglie la dimensione della amatorialità, tutto è commerciale ed è il gioco che perde, la spontaneità e la fantasia.
Yulian Vendzilovych seminarista dell’Ucraina parla di necessità di testimonianza e chiede come un giovane pastore come dovrebbe reagire sulle circostanze complesse della cultura di oggi.
Il Papa parla dei sacerdoti che non sono testimoni, ma deve essere testimone di Cristo la comunità. Un prete in una comunità che non è testimone non può andare avanti.