Città del Vaticano , lunedì, 19. marzo, 2018 11:00 (ACI Stampa).
“Per apprezzare un libro come questo nel suo giusto valore per la comprensione del pontificato attuale occorre avere una certa esperienza e una memoria non troppo corta. Se no, si fa presto a considerare prime volte quelle che non lo sono e a non distinguere le grandi novità reali che il servizio di papa Francesco ci sta donando.
Dato che si parla di novità, è bene ricordare anzitutto che il pontificato di Francesco inizia nella situazione del tutto particolare che segue la rinuncia di Papa Benedetto, atto di vera novità storica – coraggioso, lucido, sereno, lungimirante –, che ha inteso aprire alla Chiesa e allo Spirito che la guida uno spazio di slancio rinnovato, di cui si avvertiva il bisogno e a cui le forze declinanti dell’anziano Pontefice non erano più adeguate”.
Così esordisce p. Federico Lombardi nell’introduzione al libro ‘Francesco il papa delle prime volte. Tutte le sorprese di Bergoglio’ (edito da San Paolo), in libreria dall’8 marzo, per il quinto anniversario dell’elezione di papa Francesco, firmato da due giornalisti con una lunga esperienza nel mondo missionario, Gerolamo Fazzini e Stefano Femminis, che ci hanno concesso l'intervista.
Perché quel titolo?
“Tutti i Papi hanno fatto qualche scelta inedita o compiuto gesti entrati nella storia. Questo è tanto più vero da un secolo a questa parte, cioè da quando, per così dire, il mondo si è messo a correre... Detto questo, la nostra impressione è che nel caso di Francesco sia particolarmente evidente la dimensione della sorpresa, dell’innovazione, della rottura di schemi o tradizioni che per secoli sono stati dati per scontati e che talora mettevano una ‘camicia di forza’ alla libertà e alla creatività dello Spirito. Francesco è un uomo libero, che si lascia sorprendere da Dio e dalla novità del Vangelo”.
Quale è il ‘filo rosso’ che ha caratterizzato questi 5 anni di pontificato?
“Mettendo in fila le prime volte di Francesco, da quelle più celebri e storiche a quelle meno note e apparentemente meno significative, si capisce bene come il tratto unificante sia la scelta costante da parte di Bergoglio di mettere al centro il Vangelo. Naturalmente questo non significa che i pontificati precedenti non avessero lo stesso obiettivo, ma Francesco – anche grazie alla sua semplicità e al suo stile immediato – riesce forse a fare emergere di più questo aspetto cruciale.