Kiev , mercoledì, 14. marzo, 2018 11:00 (ACI Stampa).
Cento anni dall’indipendenza, che però sono passati attraverso il regime sovietico e la sua mancanza di libertà e la rinascita, fino ad arrivare alla Rivoluzione della Dignità e ad un conflitto dimenticato: c’è tutta questa storia dietro il messaggio del Sinodo dei Vescovi della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, divulgato proprio in occasione del centenario della nazione.
Il messaggio – che i vescovi ci tengono a delineare come “pastorale” - si concentra sul tema della libertà, con uno sguardo particolare al nazionalismo, tema centrale in Ucraina, ma non solo. Con la Rivoluzione della Dignità si rivendicava una identità europea, stringendosi intorno alla patria con una visione globale e aperta. Ma c’è un nazionalismo che non solo chiude, ma che anche uccide i vicini, e l’Ucraina – che da sempre lamenta l’ “aggressione russa” – ne sa qualcosa.
I vescovi del Sinodo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina sottolineano che la libertà ha due facce: c’è la libertà dall’oppressione, dalla schiavitù, dalla vessazione, dallo sfruttamento e dalla privazione dei diritti; ma c’è anche una libertà di autodeterminazione e di realizzazione, quella che, viene sottinteso, è stata a lungo negata alla nazione.
“La lunga lotta per la liberazione della nostra nazione – scrivono i vescovi del Sinodo Greco Cattolico - è stata sempre accompagnata da un grande desiderio di sollevarsi da ogni sorta di dominazione straniera e di conquistare il diritto di poter decidere liberamente il destino del proprio Paese, del proprio popolo e della famiglia e, in questo modo, realizzare il dono della libertà che l’essere umano e le nazioni ricevono dal loro Creatore”.
Si tratta di una libertà che non va confusa con “arbitrarietà” o “illegalità”, ma che piuttosto va vista come una responsabilità “prima di tutto nei confronti di Dio e poi nei confronti delle proprie coscienze e della nazione da cui nasciamo”.