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Il Papa: “L’amore di Dio si estende oltre ogni peccato”

Papa Francesco | Papa Francesco durante l'omelia del rito penitenziale che apre le 24 Ore per il Signore, Basilica Vaticana, 9 marzo 2018 | Daniel Ibanez / ACI Group Papa Francesco | Papa Francesco durante l'omelia del rito penitenziale che apre le 24 Ore per il Signore, Basilica Vaticana, 9 marzo 2018 | Daniel Ibanez / ACI Group

“L’amore di Dio è sempre più grande di quanto possiamo immaginare, si estende persino oltre qualsiasi peccato la nostra coscienza possa rimproverarci”. Papa Francesco confessa e si fa confessare nella Basilica di San Pietro, durante il Rito Penitenziale.

È così che si aprono e 24 ore per il Signore, la “maratona di preghiera” promossa dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione del 2014: 24 ore di chiese aperte, Eucarestia esposta e preghiera, alla vigilia della quarta domenica di Quaresima, per prepararsi alla Pasqua. Il tema di quest’anno “Presso di te è il perdono”, frase mutuata dal Salmo 130.

Papa Francesco nel messaggio per la Quaresima di quest’anno ha chiesto ad ogni diocesi di celebrare le 24 Ore per il Signore, secondo le proprie modalità e possibilità.

L’amore di Dio è il centro della breve omelia di Papa Francesco. Il Papa sottolinea che si tratta di un amore che “non conosce limiti ed è privo di confini”, non ha gli ostacoli umani.

“Sappiamo - dice il Papa - che la condizione di peccato ha come conseguenza la lontananza da Dio. E, in effetti, il peccato è una modalità con cui noi ci allontaniamo da Lui. Ma questo non significa che Lui si allontani da noi. La condizione di debolezza e di confusione in cui ci pone il peccato, è un motivo in più perché Dio ci rimanga vicino”.

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La certezza della vicinanza di Dio “deve sempre accompagnarci nella vita”, perché la grazia di Dio “continua a lavorare in noi per rendere più forte la speranza che non saremo mai privati del suo amore, nonostante qualsiasi peccato possiamo aver compiuto, rifiutando la sua presenza nella nostra vita”.

Ed è proprio la speranza – aggiunge il Papa – che ci spinge “a prendere coscienza del disorientamento che spesso prende la nostra esistenza”, come avvenne con Pietro - al momento del tradimento - è il brano del Vangelo scelto per il Rito Penitenziale. Il canto del gallo coglie Pietro prima “confuso” e poi lo porta a comprendere “che Dio si rivela nel Cristo schiaffeggiato, insultato, rinnegato da lui ma che per lui va a morire”, e allora “Pietro, che avrebbe voluto morire per Gesù, adesso comprende che deve lasciare che Egli muoia per lui”.

E così, “Pietro che voleva insegnare al maestro” comprende all’improvviso che è il maestro che muore per lui, e “finalmente capisce che Lui lo ama e chiede di lasciarsi amare”, e si accorge di aver sempre “rifiutato di lasciarsi amare, aveva sempre rifiutato di lasciarsi salvare pienamente da Gesù, quindi non voleva che Gesù lo salvasse del tutto”.

Conclude Papa Francesco: “Come è difficile lasciarsi amare davvero! Vorremmo sempre che qualcosa di noi non fosse legato a riconoscenza, mentre in realtà siamo debitori di tutto, perché Dio è il primo e ci salva totalmente, con amore”.

La preghiera è dunque di avere la grazia di conoscere la grandezza dell’amore di Dio. Esorta il Papa: “Lasciamoci purificare dall’amore per riconoscere il vero amore!”

 

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