Città del Vaticano , venerdì, 9. marzo, 2018 11:42 (ACI Stampa).
Giovani tra i giovani i confessori dice Papa Francesco ai partecipanti al corso della Penitenzieria apostolica, hanno lo stesso linguaggio, un vantaggio certo, ma anche un rischio perché, dice il Papa “siete all’inizio del vostro ministero e dunque dovete ancora acquisire tutto quel bagaglio di esperienza che un “confessore consumato” ha, dopo decenni di ascolto dei penitenti”.
Il Papa ha spiegato ai giovani confessori “Quali attenzioni avere nell’ascolto delle confessioni sacramentali, soprattutto dei giovani, anche in ordine ad un eventuale discernimento vocazionale”.
Strumenti di misericordia e non “padroni delle coscienze” dice il Papa perché “essere strumenti non è una diminuzione del ministero, ma, al contrario, ne è la piena realizzazione, poiché nella misura in cui scompare il sacerdote ed appare più chiaramente Cristo sommo ed eterno Sacerdote, si realizza la nostra vocazione di “servi inutili””.
E ancora il Papa indica il metodo del “saper ascoltare le domande, prima di offrire le risposte” perché “il confessore è chiamato ad essere uomo dell’ascolto: ascolto umano del penitente e ascolto divino dello Spirito Santo” e “ogni giovane dovrebbe poter udire la voce di Dio sia nella propria coscienza, sia attraverso l’ascolto della Parola”.
Ecco il senso del ruolo del Padre spirituale perché “discernimento vocazionale è anzitutto una lettura dei segni, che Dio stesso ha già posto nella vita del giovane, attraverso le sue qualità e inclinazioni personali, attraverso gli incontri fatti, e attraverso la preghiera”. E “la vocazione è il rapporto stesso con Gesù: rapporto vitale e imprescindibile”.