Città del Vaticano , giovedì, 8. marzo, 2018 10:17 (ACI Stampa).
È necessario un “dialogo aperto e sincero con i governanti” per liberare “gli oppressi, gli scartati e gli schiavi di oggi”. È il mandato che Papa Francesco lascia ai membri della Commissione Internazionale Cattolica sulle Migrazioni, nata nel 1951 su proposta di Pio XII per sostenere gli immigrati causati dalla guerra e i cui compiti si sono evoluti nel corso degli anni, come si è evoluto il problema delle migrazioni.
In questi giorni, i membri dell’ICMC si sono riuniti in plenaria a Roma. Hanno eletto il nuovo presidente, Anne Therese Gallagher, 14 membri del loro consiglio provenienti dai cinque continenti, ratificato la nomina di monsignor Robert Vitillo a Segretario Generale.
Papa Francesco riecheggia con le parole il decreto dell’allora sostituto Giovan Battista Montini con cui si iistituitì la Commissione: “La causa di questo organismo è la causa di Cristo stesso”, con un impegno che si è rafforzato nel tempo “in considerazione delle condizioni disumane in cui versano milioni di fratelli e sorelle migranti e rifugiati in diverse parti del mondo”.
Dal 1951 ad oggi – sottolinea Papa Francesco – i “bisogni sono diventati sempre più complessi”, gli strumenti “più sofisticati”, il servizio è diventato “più professionale”, ma la Commissione è sempre rimasta “fedele alla sua missione”, distinguendosi “nella realizzazione, in nome della Chiesa, di un’opera poliedrica di assistenza ai migranti e ai rifugiati nelle più varie situazioni di vulnerabilità”.
Papa Francesco indica nelle iniziative della commissione un esempio delle quattro parole (accogliere, proteggere, promuovere e integrare) che rappresentano le linee guida dell’azione diplomatica della Santa Sede sui migranti, e chiede che l’opera continui, offrendo “assistenza qualificata alle Conferenze episcopali e alle Diocesi che stanno ancora cercando di organizzarsi per meglio rispondere a questa sfida epocale”.