Padre Carlos, in particolare?
Anzitutto, la missione degli Araldi tocca la Cultura in modo particolare. Infatti, il rapporto intimo esistente tra anima e corpo è in qualche modo simile a quello che esiste tra Chiesa e Cultura. Senza una vera civiltà cristiana la Chiesa è sempre a rischio, sia di persecuzioni, sia di processi di degradazione, come la storia ci insegna in modo palese. Gli Araldi, coscienti di questa mutua influenza, cercano di usare tutte le espressioni più nobili delle arti, quali siano l´architettura, la musica, la pittura, l'oratoria, ecc., per renderle strumento valido di evangelizzazione, e mostrare al mondo la capacità di sublimare la civiltà che possiede la grazia di Dio. Proprio per questo anche la vita comunitaria e personale degli Araldi deve rivestirsi di comportamenti nobili e degni, con dei gesti e modi di essere sacrali, disciplinati e, perfino, solenni che, senza nessuna artificialità, rispecchino nella quotidianità la forza della fede nei più alti valori cattolici nei quali un Araldo ci deve credere con tutta la sua convinzione.
E quali sono i vostri progetti?
Tutti i progetti degli Araldi hanno lo scopo di attrare i suoi prossimi a Dio mostrandone le bellezze che custodiscono manifestazioni del suo infinito e avvolgente folgore. Ecco perché gli Araldi intraprendono le più svariate iniziative nei diversi campi dell´apostolato: formazione dei giovani, delle famiglie, collaborazione nelle parrocchie, nelle diocesi, azione nelle scuole - perfino e principalmente in quelle pubbliche - negli ospedali, con gli anziani e i più bisognosi. Per tutti coloro che vogliono essere un “turibolo ardente del sublime profumo di Cristo”.
Padre Carlos e la sezione italiana?
La sezione italiana porta avanti, in modo particolare, tre compiti più specifici. Anzitutto organizza la missione mariana nelle parrocchie. Si tratta di una collaborazione gratuita svolta grazie al sostegno dei membri solidali, che permettono a sacerdoti e consacrati vivere in modo quasi itinerante portando la Statua del Cuore Immacolato di Maria nelle comunità parrocchiali, e collaborando con delle catechesi, la liturgia, gli atti di pietà popolare e, pure, con dell´ausilio sacramentale durante l´arco di una settimana. A volte il sacerdote araldo resta in confessionale dalla mattina alla sera, sentendo i penitenti per più di dodici ore. I frutti si fanno vedere in modo impressionante: tante persone contagiate dalla gioia e dalla pietà che promuovono le missioni tornano a una vita ecclesiale e sacramentale assidua e fervente. Abbiamo una bella collezione di testimonianze dei parroci, e tutti sono concordi nel attestare l'azione della grazia durante i giorni in cui la missione si svolge, tutto per intercessione di Maria. La missione, però, non deve finire con il congedo della Statua della Madonna e dei missionari chel'accompagnano. In genere, nelle comunità parrocchiali come frutto particolare della missione si strutturano alcuni gruppi di preghiera, formati da trenta famiglie, che ricevono l'icona del Cuore Immacolato di Maria una volta al mese nel suo focolare. Questo apostolato mantiene vivo il fuoco acceso da Gesù nei cuori durante le intense giornate della missione, e, avendo il parroco come punto di riferimento pastorale, servono alla comunità di grande aiuto anche da un punto di vista organizzativo. L'apostolato dell´Icona si estende per tutta l´Italia e per tutto il mondo, e bisogna sostentarlo mediante incontri periodici nelle diverse regioni e attraverso l´invio di un giornalino di formazione che deve arrivare ai membri ogni trimestre. Per lo svolgimento della missione dell´apostolato dell´icona i membri cooperatori – famiglie e laici che vivono nel mondo ma non ne appartengono – hanno un ruolo di fondamentale importanza, soprattutto in Italia.
E poi c'è la bellissima chiesetta nel cuore di Trastevere...
Si, la sezione italiana ha in cura una piccola ma preziosa Chiesa di Roma: San Benedetto in Piscinula. Il suo valore storico e simbolico è alto dato che il Patriarca dell'Europa si convertì proprio in questo luogo nel prendere la decisione di diventare eremita abbandonando il promettente futuro mondano che avrebbe realizzato alla fine dei suoi studi senatoriali. Infatti, lo spazio occupato oggi dalla Chiesa fu la villa degli Anici, che ospitò il giovane Benedetto. E così, sotto la protezione del padre dei monaci occidentali, gli Araldi servono la Chiesa romana, senz'altro un bel simbolo della fedeltà che il nostro carisma professa alla Cattedra infallibile del Successore di Pietro.
Il vostro saio ha al petto una grande croce rossa. Cosa rappresenta?
Il nostro carisma porta in sé l´ispirazione originale degli ordini cavallereschi, che si caratterizzano, come ebbe occasione di mettere in risalto all´epoca San Bernardo, per la sua dedizione completa, forte e coerente al servizio della Chiesa. Dunque, la grande croce-spada che portiamo proprio sul petto ha un alto valore simbolico in questa scia. Il nostro fondatore ama spiegare la nostra croce, ispirata a quella di San Giacomo di Compostela, come un simbolo della morte e della risurrezione di Gesù. Infatti, le sue linee manifestano la realtà della croce, ma la forma fiorita nelle punte e i colori vivi ricordano lo splendore della gloria con cui rifulse Gesù al vincere il male e la morte. Per crucem ad lucem, ed è proprio così: chi abbraccia la sua Croce si sa portatore dell´immortalità di Cristo, della quale partecipa proprio perché ha assunto il segno di Sua morte come l'unica via per arrivare alla vita senza fine. La croce inoltre è divisa in due colori, rosso e bianco, simbolo del Sangue preziosissimo di Cristo e della purezza insuperabile di Maria. Tuttavia, è vero che molti vedono nella nostra croce la forma di una spada, e questo aspetto è anche ricco di simbologia. Infatti, essendo araldi del Santo Vangelo, dobbiamo essere istrumenti integri della parola di Dio che è “viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito” (Eb 4, 12).
Chiunque può partecipare alle vostre missioni?
Gli Araldi del Vangelo sono anzitutto cattolici, dunque non c´è nessuna esclusione di qualche tipo nelle nostre attività. Anzi, tutti i fedeli sono bene accolti tra noi, con la carità fraterna che deve essere segno tipico del autenticità di un carisma. Nello sfogliare, per esempio, la nostra rivista mensile, diffusa in cinque lingue con una tirata di più di un milione di esemplari, il lettore si può accorgere facilmente dell'ampio spazio dedicato dalla redazione ad altre realtà ecclesiali che cerchiamo di promuovere con vera soddisfazione a maggior gloria di Dio.D´altronde nelle Chiese locali e nelle parrocchie in cui si sono stabiliti, gli Araldi sono soliti nel collaborare con i piani pastorali, in fedeltà al proprio carisma e in spirito di cooperazione e servizio. Molti fedeli, non potendo partecipare di persona alle attività apostoliche promosse dagli Araldi del Vangelo, cercano di collaborare con le sue preghiere e, alcuni, con l´aiuto materiale.
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Spesso la vita pone davanti delle difficoltà. Come le affrontate?
La via profetica che devono percorrere i cattolici quando si vedono davanti alle difficoltà, ha delle caratteristiche curiose. Se ricordiamo le gesta di Elia, il profeta igneo, lo vediamo un gigante di fede davanti ai sacerdoti di Baal, ristabilendo in Israele l'unica e vera fede. Un gigante, però, che si vede costretto a fuggire subito dopo per la minaccia di una donna fenicia chiamata Iezabele. Lo stesso Gesù finisce il suo percorso terreno con un tenero e bellissimo atto di affidamento, proprio quando li mancavano tutte le forze naturali: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. È proprio così, anche i più forti si vedono in delle circostanze in cui tutti i ricorsi non bastano a salvarli. Come procedere allora? Bisogna spingersi in quella che potremmo chiamare la via della fiducia. Difatti, la vera forza dei combattenti della fede non risiede in se stessi o in qualsiasi mezzo umano, ma nella consapevolezza dell´incondizionata protezione divina.