“La Basilica è sufficientemente visibile nel profilo architettonico della città; testimonia quel rinascere edilizio della città nella seconda metà dell’800 ed è testimone dello stile tardo liberty-umbertino degli anni Trenta (ampliamento e decorazioni degli anni 1934-1938)”. Con la Basilica, è mutato anche il quartiere, dapprima periferico con problematiche dovute all’integrazione inter religiosa, e poi in seguito multietnico oltre ad essere a ridosso del centro storico di Torino.
Per ‘festeggiare’ l’importante anniversario è stato approntato un percorso, che accompagnerà il pellegrino fino a giugno: venerdì 9 marzo 2018 ci sarà l’incontro con il card. Gaultiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani, che parlerà del rapporto tra Chiesa e mondo. Gli incontri proseguiranno, venerdì 6 aprile, con la ‘Comunità Nuovi Orizzonti’ di Chiara Amirante, una realtà che si pone l’obiettivo di intervenire in tutti gli ambiti del disagio interiore, tramite solidarietà a sostegno di chi è in grave difficoltà, con una particolare attenzione alle tante problematiche che caratterizzano i ragazzi di strada e il mondo giovanile. Un altro appuntamento di aprile è il concerto con il gruppo musicale ‘The Sun’. Il percorso terminerà sabato 9 giugno con una Concelebrazione Solenne.
A proposito di questo percorso il rettore della basilica, don Cristian Besso, si è così espresso in una intervista con ACI Stampa: “Questo percorso non vuole essere una celebrazione prettamente di carattere storico. Io penso che soprattutto ricomprendere come la fede è una fede mariana, spinge stimola provoca a un nuovo impegno di carità. E si potrebbe dire ancora meglio: quella carità che certamente è il chinarsi sugli ultimi, sui poveri, sui chi ha bisogno. Ma anche quella carità che è riconsegnare senso all’uomo e alla donna del nostro tempo”.
Quindi 150 anni con il presidente della Cei: quale è il valore di questa visita?
L’invito al card. Bassetti nasce dal desiderio di comprendere sempre meglio la realtà ecclesiale italiana, così da far parte viva della chiesa, condizione necessaria per vivere l’impegno della testimonianza e la gioia del Vangelo.
Perché don Bosco volle erigere questa chiesa?
La basilica di Maria Ausiliatrice venne costruita sia per garantire agli abitanti del quartiere periferico di Torino un luogo per la celebrazione sia per sottolineare la gratitudine di don Bosco a Colei che è stata mediatrice delle intuizioni spirituali e caritative a favore della gioventù.
Don Bosco ed il metodo preventivo: a pochi mesi dal Sinodo in quale modo la Chiesa può ‘guardare’ i giovani?
Ci pare che le intuizioni del nostro santo fondatore siano quanto mai di attualità: stare con i giovani per crescere insieme nell’adesione al Vangelo; insieme scoprire la bellezza e la vita che scaturisce dall’incontro personale col Signore; rendere i giovani protagonisti dell’impegno di educazione ed evangelizzazione; camminare con sapienza alla ricerca del progetto di vita proprio di ciascuno, come garanzia di vera felicità e scoperta certa del senso della vita.
Al termine delle celebrazioni non si può pensare che al futuro: quale ‘santuario’ sarà?
Un santuario cittadino che sia aperto a tutti: non solo coloro che hanno la fede, e neppure coloro che semplicemente sono in ricerca, ma anche chi ha fatto l’esperienza dell’ateismo, della lontananza dalla chiesa. Direi che ‘domani’ potrebbe essere un luogo davvero di multi relazioni, di capacità di incontro proprio con tutti, di simpatia a cuore aperto, dentro ad una tonalità educativa, perché questo è il nostro specifico come salesiani, noi incontriamo non semplicemente per incontro, ma per accompagnare come diceva don Bosco ‘per fare, insieme’ a colui che incontriamo un percorso verso il senso della vita.
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