Ascoli Piceno , giovedì, 15. marzo, 2018 18:00 (ACI Stampa).
Un progetto di grande respiro “ Mostrare le Marche” che dal 17 marzo fa tappa ad Ascoli Piceno. A due anni dal terremoto le Marche sono una regione che mostra il proprio patrimonio artistico ferito ma anche il grande lavoro di recupero e restauro.
Così dal prossimo 17 marzo si apre ad Ascoli Piceno la mostra “Cola dell’Amatrice da Pinturicchio a Raffaello”.
Nel 1508 per eseguire il Polittico di Piagge giunge ad Ascoli Nicola Filotesio, detto Cola dell’Amatrice che ad Ascoli trova la sua seconda casa.
I curatori Stefano Papetti e Luca Pezzuto, hanno riunito oltre sessanta opere provenienti da sedi prestigiose che tutte insieme donano una visione completa del valore dell’artista. Un percorso che da Amatrice, città del Filotesio, passa per luoghi emblematici come l’Abbazia di Farfa fino a l’Aquila, Perugia, Siena, Urbino. Attraverso l’arte di Cola c’è lo scorcio importante di ciò che l’artista ha vissuto e studiato, per questo in mostra si ammirano opere Raffaello, il Pinturicchio, il Perugino, il Crivelli, Luca Signorelli, e ancora Pietro Vannini, Filippino Lippi ma anche, per la prima volta, il taccuino di disegni di Cola dell’Amatrice, fra cui spiccano i suoi studi su Luca Pacioli, su Leonardo, le sue riflessioni sulla stanza della Segnatura di Raffaello.
Il percorso accompagna il visitatore dalla formazione di Cola al confronto fra le prime tavole eseguite da Cola, come gli sportelli della Abbazia di Farfa. Poi l’arrivo di Cola ad Ascoli Piceno nel 1508 per eseguire il polittico di Piagge. Presente a Roma nel 1513 per collaborare alla decorazione della sede vescovile di Ostia commissionata dal cardinale Riario, Cola scopre gli affreschi di Filippino Lippi della cappella Carafa, ma soprattutto si aggira incuriosito nella Stanza della Segnatura, realizzando rapidi schizzi degli affreschi di Raffaello raccolti nel taccuino di Cola, conservato a Fermo ed esposto alla mostra. Tra le opere anche il trittico di Force, oggi nella Pinacoteca Vaticana.