Roma , sabato, 3. marzo, 2018 10:00 (ACI Stampa).
Sono state giornate di intenso freddo quelle vissute questa settimana nelle città italiane. Tante le persone - circa 50mila in un sondaggio fatto nel 2011 dalla Caritas Italiana insieme all’Istat – senza dimora che in questo periodo stanno soffrendo maggiormente a causa del freddo e del gelo.
A loro hanno fatto spazio, offrendo un tetto ed un pasto caldo, molte diocesi e parrocchie italiane oltre che famiglie. Alle prime avvisaglie di gelo la risposta immediata della Chiesa italiana e di molte associazioni e movimenti di volontariato non si è fatta attendere potenziando quanto già messo in campo dall’inizio dell’inverno. A Torino la diocesi, guidata dall’arcivescovo, mons. Cesare Nosiglia ha incrementato di 10 posti letto l’accoglienza allestita in Arcivescovado, sfruttando gli spazi che fino al mese scorso erano utilizzati per supportare la mensa del Cottolengo in fase di ristrutturazione. Ma non solo: mons. Nosiglia, riferisce il settimanale diocesano “La Voce e il Tempo” ha lanciato un appello a tutta la società civile, alle parrocchie, alle comunità religiose, ad
associazioni e movimenti. Un’esortazione “ad accrescere l'impegno per avvicinare le persone che nel proprio territorio dormono per strada e necessitano di assistenza”. Un invito a gesti concreti per i più bisognosi.
Non è “moralmente accettabile” vedere “una persona finire ai margini della società dopo un fallimento, condurre una vita di stenti in solitudine e poi morire di freddo nell’abbandono”, ha
scritto sulle pagine dell’Osservatore Romano il presidente dei vescovi italiani, il card. Gualtiero Bassetti: “ci troviamo di fronte a quell’umanità ferita a cui ha fatto riferimento il Papa sin dall’inizio del suo magistero. Un’intuizione e un insegnamento che assumono un significato esemplare proprio in questi giorni in cui si celebrano i cinque anni di pontificato”. Per il presidente della Conferenza Episcopale Italiana i senzatetto uccisi dal freddo “non devono lasciarci indifferenti. Non è solo un fatto di cronaca ma una realtà che parla all’Italia intera, interroga profondamente e chiama a un’assunzione di responsabilità comunitaria”.
Iniziative varie in tante diocesi dal Nord al Sud con volontari che hanno distribuito coperte, bevande calde e messo a disposizione posti letto per queste persone come è successo a Bari, a Ventimiglia dove è stata aperta una chiesa per ospitare i migranti e ad Andria dove è
stato attivato anche un numero verde - 800 58 93 46 - a cui ci si può rivolgere per le varie necessità.
Dal sud al Nord dove il Patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, raccomanda e ricorda come le strutture diocesane ed associative già abitualmente impegnate nel
campo dell’assistenza (mense, dormitori ecc.) siano ora ancor più attivate e mobilitate per venir incontro ad ulteriori necessità ed esigenze straordinarie. In previsione dei giorni più rigidi, Moraglia
ha invitato anche le comunità parrocchiali della diocesi veneziana a “moltiplicare le attenzioni e ad essere particolarmente vigilanti e sollecite di fronte a situazioni di disagio e difficoltà” specialmente nei riguardi di chi è senza fissa dimora, “rendendosi perciò disponibili ad offrire - se possibile -anche direttamente accoglienza, ristoro ed ospitalità”.