Roma , venerdì, 2. marzo, 2018 10:00 (ACI Stampa).
A che punto è la primavera di Papa Francesco? Il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Cardinale Gualtiero Bassetti, risponde a questa domanda durante il convegno promosso dall’UCSI: “1Marzo. I cinque anni del Pontificato di Papa Francesco”.
“La primavera degli uomini e della storia è un po’ come questa primavera – commenta il Presidente della CEI - c’è il gelo, ma sappiamo che dovrà iniziare. Sappiamo che gli alberi fioriranno. Forse ci vorrà ancora qualche anno per capire la primavera che Papa Francesco ha portato nella Chiesa”.
Nella tavola rotonda sul tema “Una primavera, cinque anni dopo. Un bilancio in prospettiva” il cardinale Bassetti osserva: ”Il Papa non ci chiede di fare qualche cosa di nuovo, ma sta chiedendo alla Chiesa e all’umanità di rinnovarsi nella mente e nel cuore. Questa è la conversione. Il Papa non propone progetti strabilianti. Noi dobbiamo avviare processi, più che occupare degli spazi. Francesco non si pone come ideatore di un progetto pastorale ma come iniziatore di un processo che sarà poi il Signore a portare a compimento. Ecco perché non si scoraggia, non si avvilisce e perché non ha paura dei contrasti. Questa è una delle più grandi testimonianze: Francesco si fida di Dio. E’ un servo a totale servizio di Dio e dell’umanità intera”.
“La sua attenzione più grande – spiega il Presidente della CEI sempre su Papa Francesco- come sappiamo sono i poveri. I poveri nel senso evangelico, la sua attenzione è rivolta alle periferie. La Chiesa come un grande ospedale da campo. La Chiesa è l’ambulanza che raccoglie chi ha bisogno. Questo Pontificato aldilà di ogni retorica è una boccata di ossigeno”.
E parlando di se stesso, il Cardinale Bassetti commenta: “Io mi sento uno degli “scherzi” del Pontificato. Ho 76 anni e sarei un vescovo per la pensione, mai mi sarei aspettato che la responsabilità più grande della mia vita ricadesse alle mie spalle alla mia età. Ma questo è l’”anti schematismo” di Papa Francesco”.