Tirana , giovedì, 1. marzo, 2018 14:00 (ACI Stampa).
“Gli uomini non hanno bisogno delle doti umane dei pastori, ma piuttosto della calda amicizia di Dio che deve abitare in noi”. Lo ha scritto il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente del CCEE, in un messaggio inviato al Congresso Europeo dei delegati nazionali per la pastorale vocazionale in corso a Tirana fino al 3 marzo.
Il Cardinale ricorda il calo delle vocazioni registrato in Europa, invitando a guardare “alle mutazioni in atto, per adeguare la nostra pastorale tenendo fermi i pilastri della vocazione, della formazione, della missione sacerdotale e della missione dei religiosi e religiose”. Il Signore – prosegue l'ex presidente della Cei – continua a chiamare “ma sembra aumentata una certa sordità generale per tutto ciò che richiede un per sempre! Inoltre, la voce sottile di Gesù non fa frastuono e non si impone, richiede attenzione, capacità di silenzio e di attenzione. Spesso sembra essere soffocata da altre voci”.
Come rispondere alla sfida delle vocazioni? Il Cardinale Bagnasco suggerisce “insieme alla preghiera più intensa, una riscoperta della preziosità insostituibile del Sacerdozio, della sua bellezza, del suo fascino. Quando un presbitero o una persona consacrata vive quello stare con Lui, cuore a cuore in modo radicale, allora ogni sua parola, gesto, sacrificio, sprigiona una luce e una bellezza che – nonostante povertà e peccati – lascia trasparire il volto del grande Pastore. La disponibilità all’accompagnamento spirituale dei giovani deve avere un posto particolare nel loro ministero. Dobbiamo incoraggiare i nostri sacerdoti stando con loro accanto a Lui. Dobbiamo incoraggiare le famiglie cristiane perché non abbiano timore di perdere i figli se chiamati e affinché preghino il Signore per avere la grazia di una vocazione nel loro seno. Dobbiamo incoraggiare le parrocchie, i movimenti, le associazioni, i gruppi giovanili, affinché – nelle forme adeguate - facciano brillare la proposta anche del sacerdozio e della vita consacrata”.