Città del Vaticano , giovedì, 1. marzo, 2018 9:00 (ACI Stampa).
Ci sono 200 domande, e a tutte viene date una risposta in 140 caratteri, lo spazio di un tweet vecchia maniera. Ma “Tweeting with God”, il libro di padre Michel Remery, non è solo un libro di possibili tweet. È un progetto di ascolto, che entra nelle piattaforme sociali, ma che trova anche lo spazio dell’approfondimento.
Nessuna domanda deve rimanere senza risposta. Specialmente le domande su Dio. Padre Remery, che è stato vicesegretario del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee prima di andarsi ad occupare di pastorale giovanile per la Conferenza Episcopale del Lussemburgo, è partito da questo presupposto, per un progetto che nasce spontaneo.
Architetto, ex dipendente della Royal Netherlands Air Force e della compagnia Tebodin per la quale ha lavorato nei Paesi Baltici, padre Remery ha poi abbracciato il sacerdozio, prendendo il dottorato alla Gregoriana con una tesi sulla relazione tra liturgia e architettura.
Quindi, il giro delle parrocchie di Leiden, in Olanda. Ed è proprio dagli incontri che aveva con i giovani che nasce il progetto “Tweeting with God”.
Ricorda padre Remery: “Mi hanno fatto domande serissime: perché devo credere in Dio? È logico credere? E io ho pensato che dovevo dare queste risposte. Così ho detto: scrivete le domande e datemele.” Lo hanno fatto in svariati modi: via twitter, via facebook, nelle e-mails, in note scritte a mano.