Città del Vaticano , domenica, 25. febbraio, 2018 16:00 (ACI Stampa).
“Statione doudecima. Domenica seconda di Quadragesima à Santa Maria della Navicella”, indica Pompeo Ugonio nella sua guida delle chiese romane delle stazioni quaresimali, pubblicata nel 1588. Si tratta della chiesa costruita sul Celio nel IX secolo da Papa Pasquale, che firma il grande mosaico absidale.
Ancora si vede bene l’antica struttura in tre navate su arcate sostenute da colonne . E’ una di tre grandi basiliche carolinge costruite da Papa Pasquale, tutte e tre con spettacolari mosaici nell’absidi: Santa Prassede, Santa Cecilia in Trastevere e, appunto, Santa Maria della Navicella, detta anche “Santa Maria in Domnica”.
Ugonio invece, come molti altri, la chiama “Santa Maria della Navicella”. Questo nome si riferisce alla scultura romana di una nave posta già in antichità nella piazzetta di fronte alla chiesa, e trasformata in una fontana da papa Leone X nel XVI secolo. Ugonio vi allude per esprimere un pensiero pio:
“La Navicella che sta dinanzi à questa chiesa, mi par che c’inviti à contemplar la Beata Vergine, come fidata stella di questo pericoloso mare del mondo che tutti navighiamo.”
Riguardo al nome “in Domnica” Ugonio non ha invece nulla da dire.