Città del Vaticano , sabato, 24. febbraio, 2018 14:00 (ACI Stampa).
“La custodia del Creato credo sia una delle sfide più grandi dell’umanità”. Con queste parole Papa Francesco ha accolto i tre Presidenti della Bosnia Erzegovina ricevuti oggi in Vaticano. Il Papa ha consegnato loro una copia della sua enciclica “Laudato Si” e il medaglione del suo quinto anno di pontificato.
Il colloquio privato con i Presidenti Dragan Čović, Presidente di turno, Mladen Ivanić e Bakir Izetbegović è durato circa 35 minuti, in presenza di un interprete. "Nel corso dei colloqui svoltisi in un clima di cordialità - riporta il comunicato ufficiale diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede - è stata espressa soddisfazione per le buone relazioni fra la Santa Sede e la Bosnia ed Erzegovina, ed è stato rinnovato l’impegno a proseguire nel cammino di una costruttiva collaborazione bilaterale e a rafforzare il dialogo e l’intesa interreligiosi.
"Nel prosieguo della conversazione - continua ancora la nota -si è parlato dell’attuale contesto interno, segnato da diverse sfide di natura economica e sociale, e dell’urgenza di promuovere iniziative per garantire un futuro alle nuove generazioni. Si è pure ribadita l’esigenza di perseguire in maniera concorde la via delle riforme, anche nella prospettiva dell’integrazione del Paese nell’Unione Europea, e di garantire l’effettiva parità dei popoli costituenti, favorendo la convivenza pacifica e un clima di riconciliazione fra tutte le componenti della società. Infine, ci si è soffermati su alcuni temi politici, tra cui l’importanza della cooperazione tra gli Stati della Regione"
Da parte dei Presidenti, per il Papa, il dono di un libro di un autore bosniaco contenente cinque immagini / grafiche dei ponti più belli della Bosnia Erzegovina , di Sarajevo, Mostar, Visegradvise e Trebinjie. La descrizione dei ponti è opera di Ive Andrica, premio nobel letteratura. Il libro donato al Papa è tradotto in italiano.
Durante i saluti finali il Presidente ha rivolto al Papa queste parole: “ Santità la aspetto ancora una volta in Bosnia Erzegovina perché quando è venuto a trovarci a Sarajevo abbiamo respirato un clima di pace”.