Città del Vaticano , giovedì, 22. febbraio, 2018 11:00 (ACI Stampa).
In vista della XXXIII Giornata Mondiale della Gioventù che sarà celebrata a livello diocesano il 25 marzo 2018, Domenica delle Palme, sul tema "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio", il Papa ha inviato come di consueto un messaggio ai giovani di tutto il mondo, il cui contenuto è stato reso noto stamane.
Francesco ricorda innanzi tutto la convocazione dell’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi - il prossimo ottobre - dedicata ai giovani. Maria - scrive il Papa - "cammina con noi verso il Sinodo e verso la GMG di Panama".
Ricordando l'Annunciazione, Francesco spiega puntualmente il tema del suo messaggio.
Non temere. Anche Maria ha paura davanti alla chiamata di Dio, ma Lui legge nel suo ma anche nel nostro intimo. "Egli - ricorda il Pontefice - conosce bene le sfide che dobbiamo affrontare nella vita, soprattutto quando siamo di fronte alle scelte fondamentali da cui dipende ciò che saremo e ciò che faremo in questo mondo. È il brivido che proviamo di fronte alle decisioni sul nostro futuro, sul nostro stato di vita, sulla nostra vocazione. In questi momenti rimaniamo turbati e siamo colti da tanti timori". Oggi anche i giovani hanno le loro paure, tanto da essere costretti a fare "continui fotoritocchi delle proprie immagini, nascondendosi dietro a maschere e false identità, fin quasi a diventare loro stessi un fake. C’è in molti l’ossessione di ricevere il maggior numero possibile di mi piace. E da questo senso di inadeguatezza sorgono tante paure e incertezze". "Nei momenti in cui dubbi e paure affollano il nostro cuore - aggiunge ancora il Papa - si rende necessario il discernimento" che "ci consente di mettere ordine nella confusione dei nostri pensieri e sentimenti, per agire in modo giusto e prudente. In questo processo, il primo passo per superare le paure è quello di identificarle con chiarezza, per non ritrovarsi a perdere tempo ed energie in preda a fantasmi senza volto e senza consistenza", pertanto bisogna "dare un nome" ad ogni paura. Ricordiamoci che "l’ostacolo alla fede non sia l’incredulità, ma la paura. Il lavoro di discernimento, dopo aver identificato le nostre paure, deve aiutarci a superarle aprendoci alla vita e affrontando con serenità le sfide che essa ci presenta. Per noi cristiani, in particolare, la paura non deve mai avere l’ultima parola. Se invece alimentiamo le paure, tenderemo a chiuderci in noi stessi, a barricarci per difenderci da tutto e da tutti, rimanendo come paralizzati. Bisogna reagire! Mai chiudersi!". Insieme al discernimento "è importante anche il confronto e il dialogo con gli altri, nostri fratelli e sorelle nella fede, che hanno più esperienza e ci aiutano a vedere meglio e a scegliere tra le varie opzioni. Mai perdere il gusto di godere dell’incontro, dell’amicizia, il gusto di sognare insieme, di camminare con gli altri. I cristiani autentici non hanno paura di aprirsi agli altri, di condividere i loro spazi vitali trasformandoli in spazi di fraternità. Non lasciate, cari giovani, che i bagliori della gioventù si spengano nel buio di una stanza chiusa in cui l’unica finestra per guardare il mondo è quella del computer e dello smartphone".
Nell'Annunciazione, l'Angelo chiama Maria per nome. E "l’essere chiamati per nome - spiega Francesco - è un segno della nostra grande dignità agli occhi di Dio, della sua predilezione per noi. E Dio chiama ciascuno di voi per nome. Voi siete il tu di Dio, preziosi ai suoi occhi, degni di stima e amati".