Carpi , domenica, 4. marzo, 2018 10:00 (ACI Stampa).
Gesù si reca al tempio di Gerusalemme e trova che tutto, da un punto di vista formale, è a posto, in ordine, ma in realtà Egli non trova quello che cercava: un culto secondo Dio e cioè un cuore puro capace di offrire a Dio un sacrificio a Lui gradito. E il fatto che il tempio sia diventato “luogo di mercato” lo accende di ira e così porta a compimento la parola del salmo: Lo zelo per la tua casa mi divora. Scrive san Tommaso: “Lo zelo propriamente sta ad indicare un amore intenso, per cui chi ama intensamente non tollera nulla che contrasti con il suo amore”.
La passione di Gesù per il Padre è tale che non solo caccia con violenza i trafficanti ma offre una motivazione del suo operato che ha dell’incredibile: “la casa del Padre mio”. Parole che rivelano l’identità di Gesù di Nazareth, la coscienza che egli ha di sè.
Ma Gesù non si ferma qui. Va ben oltre: “Distruggete questo tempio…”. Proferisce una bestemmia. Il tempio era l’orgoglio della Nazione, un luogo di preghiera e meta di pellegrinaggio di migliaia di persone ogni anno. Era l’unico luogo di culto di Israele. Pertanto, l’affermazione di Gesù ha dell’incredibile. Per comprendere l’impatto che le parole di Gesù dovevano avere avuto sulle persone, proviamo ad immaginare che oggi si presenti qualcuno in Piazza San Pietro e dica “Distruggete la Basilica di San Pietro, o il Santuario di Lourdes…”.
Gesù in realtà parlava del suo corpo. Infatti, egli distruggerà il suo corpo nella morte, ma poi, dopo tre giorni lo farà risorgere. Dopo la morte e la resurrezione di Cristo il luogo della presenza di Dio non è più un edificio, ma è Qualcuno. Il luogo del nuovo culto, il luogo nel quale è possibile incontrare e lodare Dio e il Corpo di Cristo. Ma non solo! L’offerta che Gesù fa della sua vita sostituisce, in modo definitivo, il culto fatto di colombe e di agnelli. Lui è il nuovo tempio, lui è il nuovo sacerdote, lui è la nuova vittima.
Commenta san Tommaso: “Nel Corpo di Cristo inabita la Divinità, il Corpo di Cristo è tempio di Dio”. Non è quindi possibile conoscere e amare Dio se non per mezzo di Cristo. Comprendiamo perché tutta la liturgia della Chiesa dice riferimento in ogni sua parte a Cristo.