Città del Vaticano , giovedì, 22. febbraio, 2018 14:00 (ACI Stampa).
Con la Festa della Cattedra di San Pietro rendiamo “grazie a Dio per la missione affidata all'apostolo Pietro e ai suoi successori. La cattedra è il simbolo dell'autorità del Vescovo e, in particolare, del suo magistero, cioè dell'insegnamento evangelico che egli, in quanto successore degli Apostoli, è chiamato a custodire e trasmettere alla Comunità cristiana”. Così Papa Benedetto XVI spiegava, nell’udienza generale del 22 febbraio 2006, il senso della Festa della Cattedra di San Pietro che si celebra - appunto - oggi.
“La sede di Roma - aggiungeva il Papa - venne così riconosciuta come quella del successore di Pietro, e la cattedra del suo Vescovo rappresentò quella dell'Apostolo incaricato da Cristo di pascere tutto il suo gregge. La cattedra del Vescovo di Roma rappresenta, pertanto, non solo il suo servizio alla comunità romana, ma la sua missione di guida dell'intero Popolo di Dio”.
“Celebrare la Cattedra di Pietro, come facciamo oggi, significa, perciò - sottolineava ancora Papa Benedetto - attribuire ad essa un forte significato spirituale e riconoscervi un segno privilegiato dell'amore di Dio, Pastore buono ed eterno, che vuole radunare l'intera sua Chiesa e guidarla sulla via della salvezza”.
Tre anni dopo, il 22 febbraio 2009, nel corso dell’Angelus Benedetto XVI richiamava, infine, quanto affermato dalla Costituzione conciliare Lumen Gentium circa la Cattedra di San Pietro: “Nella comunione ecclesiastica, - diceva il Papa - vi sono legittimamente delle Chiese particolari, che godono di proprie tradizioni, rimanendo integro il primato della Cattedra di Pietro, la quale presiede alla comunione universale della carità, tutela le varietà legittime, e insieme veglia affinché ciò che è particolare, non solo non nuoccia all’unità, ma piuttosto la serva”.