Roma , venerdì, 16. febbraio, 2018 18:00 (ACI Stampa).
Padre Maurice Borrmans era “l’uomo del dialogo”. Mancato a 92 anni, lo scorso 26 dicembre, il famoso islamista è stato una delle voci più autorevoli e apprezzate del dialogo fra cristiani e musulmani. Il suo amore per l’Islam, la sua missione per il dialogo verranno ricordati con vari eventi questa settimana. ACI Stampa ne ha parlato con Valentino Cottini, Preside del Pisai, Il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d'Islamistica.
Dottor Cottini, chi era Padre Maurice Borrmans?
Era un Missionario d’Africa (Padre Bianco) che ha speso praticamente tutta la sua lunga vita – è morto il 26 dicembre 2017 all’età di 92 anni! – per il dialogo tra cristiani e musulmani, cominciando dall’Africa del Nord e allargando progressivamente l’azione al mondo intero attraverso una rete di relazioni impressionante. La sua capacità di lavoro era proverbiale, come abbiamo potuto constatare nei lunghi anni che ha passato all’interno del PISAI, dove ha insegnato dal 1954 al 2004, scritto innumerevoli opere e dove, tra l’altro, ha fondato nel 1975 la rivista Islamochristiana, alla quale è rimasto legatissimo fino alla morte. Nel suo “pensionamento attivo” a Lione dopo il 2004 ha continuato a viaggiare, a tenere incontri e conferenze e a pubblicare instancabilmente. Possiamo dire, senza paura di esagerare, che egli è stato una delle figure più importanti del ventesimo secolo nel campo del dialogo islamo-cristiano. Personalità poliedrica, oltre all’attività propriamente scientifica, P. Maurice ha coltivato con passione di prete e di missionario relazioni spirituali e amicali con molte persone, come abbiamo constatato - e stiamo constatando - nei giorni che seguono il suo ritorno a Dio.
Perché “proteggete” dal tempo la memoria del suo messaggio?
Basterebbero le pubblicazioni di P. Borrmans a conservarne la memoria: quello che egli ha scritto e quello che la lasciato alla nostra biblioteca – ci sarà un fondo a suo nome - e al nostro archivio. Ma vorremmo conservare anche la memoria del suo stile: è stato capace di unire il rigore scientifico nell’ambito dell’analisi linguistica e contenutistica – padroneggiava magnificamente la struttura della lingua araba classica – con una passione viscerale per l’incontro nella verità con i musulmani. Carattere passionale, rigoroso, roccioso e tenero, P. Maurice era famoso per le sue solide amicizie e anche per i suoi scontri in punta di interpretazione di testi e di acuminate analisi storico-letterarie. In se stesso irripetibile, non è male cercare di indicare attraverso di lui una strada per l’autentico dialogo islamo-cristiano nella verità.