Città del Vaticano , lunedì, 15. giugno, 2015 12:14 (ACI Stampa).
Papa Francesco si appella al “sussulto di coscienza del mondo,” che sembra si sia finalmente accorto della presenza millenaria dei cristiani in Iraq, e chiede “un ulteriore sforzo” per aiutarli, denunciando “ciò che calpesta la dignità dell’uomo.” Davanti al Papa, i partecipanti alla plenaria della Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali (ROACO).
In questi giorni parleranno della difficile situazione in Medio Oriente, con un occhio particolare all’Iraq – una delegazione della ROACO è stata in visita dai profughi di Erbil a maggio, due settimane dopo una delegazione di Cor Unum ha fatto pressappoco lo stesso giro. Ne fa menzione il Cardinal Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, che ricorda anche il centenario del “grande male” armeno, nonché alla situazione ucraina. Ma alle aree di interesse si aggiungono anche Etiopia ed Eritrea, diventate quest’anno metropolie sui iuris seppur legate alla tradizione alessandrino-gheez.
Il Papa anche parla dell’impegno delle agenzie ROACO. L’ultima volta, le aveva incontrate alla vigilia del suo viaggio in Terrasanta, che ha poi prodotto l’invocazione per la pace nei Giardini Vaticani dell’8 giugno 2014. “Tutti avremmo desiderato che il seme della riconciliazione avesse prodotto più frutti,” afferma il Papa.
Papa Francesco ricorda poi che “altre esperienze che hanno ulteriormente sconvolto il Medio Oriente ci fanno sentire il freddo di un inverno e di un gelo nel cuore degli uomini che non sembra non finire.”
“La terra di quelle regioni è solcata dai passi di quanti cercano rifugio e irrigata dal sangue di tanti uomini e donne, tra i quali numerosi cristiani perseguitati a causa della loro fede,” sottolinea il Papa. Che poi ricorda il recente viaggio in Iraq dei rappresentanti della ROACO, dice che hanno portato ai profughi “lo sguardo e la benedizione del Signore,” e al tempo stesso “sentivate che in quegli occhi che chiedevano aiuto e supplicavano la pace e il ritorno alle proprie case era proprio Gesù stesso che vi guardava, chiedendo quella carità che ci fa essere cristiani.”