Città del Vaticano , lunedì, 12. febbraio, 2018 12:03 (ACI Stampa).
Una Chiesa che vive “molte prove” in Medio Oriente, e che è chiamata a dare una testimonianza anche con l’esempio della vita dei loro pastori, perché le persone siano incoraggiate a restare. Papa Francesco incontra i membri del Sinodo della Chiesa Greco-Melchita, che terminano con questa visita il Sinodo che hanno tenuto in Libano e cominciano così una nuova stagione.
Una nuova stagione, in realtà, iniziata lo scorso giugno, quando il sinodo greco-melchita fu chiamato a trovare un successore al Patriarca Gregorios Laham, dimessosi a 85 anni dalla guida della Chiesa sui iuris a seguito di crescenti tensioni tra lo stesso patriarca e il Sinodo. In un giorno e mezzo, il Sinodo Greco-Melchita ha nominato come nuovo patriarca Youssef Absi, chiamato a dare una svolta pastorale.
Come avviene per tutte le Chiese sui iuris, l’elezione è stata comunicata al Papa, che ha anticipato la concessione dell’ecclesiastica communio. Ora, il sinodo va in pellegrinaggio a Roma per la manifestazione pubblica di questo legame, che avverrà a Messa domani mattina. La Chiesa Greco-Melchita conta 1 milione e 700 mila fedeli, è guidata dal Patriarca di Antiochia dei Melchiti, e ha nei suoi territori di origine Siria, Giordania e Israele.
Nel suo discorso, il Papa mette in luce come la sua vicinanza alla Chiesa Greco-Melchita “non può essere dissociata da quella per l’amata Siria e per tutto il Medio Oriente, regione nella quale la vostra Chiesa è profondamente radicata e svolge un prezioso servizio per il bene del Popolo di Dio”.
Il Papa nota che la presenza della Chiesa greco-melchita è ormai estesa oltre i suoi confini tradizionali, per via della diaspora, e ricorda che “in questo difficile periodo storico tante comunità cristiane in Medio Oriente sono chiamate a vivere la fede nel Signore Gesù in mezzo a molte prove”.