Scutari , lunedì, 12. febbraio, 2018 9:00 (ACI Stampa).
Ci vuole uno sforzo da parte cristiana e da parte islamica per “scongiurare il discorso dell’odio” che è all’origine di “sospetti reciproci, discriminazioni, esclusione, marginalizzazione e risentimenti”. Lo dice il Cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, in un messaggio inviato ai partecipanti dell’incontro dei delegati nazionali per i rapporti con l’Islam delle Conferenze Episcopali d’Europa.
I delegati si sono riuniti a Scutari, in Albania, dal 7 al 9 novembre, con l’obiettivo di guardare all’Islam come una religione con la sua spiritualità e la sua teologia, oltre le norme comportamentali. La scelta di Scutari, su invito dell’arcivescovo Angelo Massafra, celebra il 25esimo anniversario della storica visita di San Giovanni Paolo II nel Paese che fino a trent’anni fa viveva un ateismo di Stato così feroce da produrre moltissimi martiri.
Il messaggio del presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso ai partecipanti arriva anche in un momento di positivo dialogo tra Santa Sede e istituzioni islamiche, con la riapertura dei rapporti con l’istituzione sunnita di al Azhar, ma anche il dialogo con autorità sciite come la Lega Musulmana mondiale.
Il Cardinale, due anni fa, al culmine della crisi provocata dagli attacchi dello Stato Islamico, aveva firmato un messaggio per chiedere ai partner del dialogo di condannare con forza il terrorismo di matrice religiosa, e un altro per sottolineare che si deve continuare il dialogo con l’Islam. Ed è lui ad invitare i partecipanti “cristiani e musulmani a promuovere il rispetto reciproco, l’obiettività nel parlare e nello scrivere sull’altra religione, la benevolenza, la compassione e la misericordia“.
Questo interesse al dialogo è stato mostrato dai partecipanti all’incontro. Il comunicato stampa finale del CCEE sottolinea che “la Chiesa in Europa è impegnata nel dialogo con le diverse comunità musulmane a vari livelli (accademico, religioso e sociale, ma anche dogmatico, giuridico e spirituale)”, e che questo dialogo “non è un’aspirazione, ma un’esperienza quotidiana con le sue gioie e le sue sfide”.