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Parolin a Sant'Egidio: "Vivete il sogno concreto di un mondo in pace"

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“Liberare dalla segregazione e dalla solitudine, inserendo nel circuito della vita, è quello che fate da quando — giovani studenti — avete affrontato con passione le borgate romane, oltrepassando tante barriere”. E’ quanto ha detto il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, presiedendo nella Basilica Lateranense la Messa in occasione del 50/mo anniversario della fondazione della Comunità di Sant’Egidio

Vi siete impegnati per gli ultimi - ha aggiunto il porporato - dando vita alla “storia della loro liberazione dalla lebbra dell’esclusione. Nella periferia, avete comunicato la Parola di Dio, avete nutrito folle di affamati di dignità e solidarietà, ed essi sono divenuti vostri fratelli privilegiati: nessuno è escluso davanti a Dio. Questa storia continua in Europa, Africa, Asia, nelle Americhe”.

Voi - ha proseguito il Segretario di Stato - “avete creduto che la pace è possibile, che un popolo non è mai condannato a essere ostaggio della violenza e avete cercato di far crescere le speranze concrete di liberazione. Vi siete impegnati nell’avvicinare chi si combatte o si odia, vi siete fatti attenti ai feriti della guerra e della miseria: rifugiati e emigrati”.

Dopo aver ricordato l’apertura dei corridoi umanitari per i profughi in fuga dalla guerra, il Cardinale Parolin ha ribadito l’importanza della “via della compassione”. Una strada che “è stata e dovrà essere sempre più la strada da percorrere dalla Comunità: alla luce della compassione, anche le nostre braccia, talvolta pigre e inermi, raggiungono e stringono chi è separato. Non vi siete fermati di fronte al muro di quello che poteva apparire impossibile: l’amore di Dio non si ferma e non recede di fronte all’abisso che divide dai nemici, dai lebbrosi, dai poveri”.

La Comunità di Sant’Egidio - ha concluso il Cardinale - ha vissuto e vive un sogno, quello di “un mondo in pace, il sogno è cominciato a diventare realtà nel servizio quotidiano ai poveri, nell’impegno per la pace, nella lotta alla guerra, madre di tutte le povertà”.

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