Città del Vaticano , venerdì, 2. febbraio, 2018 18:05 (ACI Stampa).
E’ la “Festa dell’incontro”. L’incontro tra “il Dio bambino, che porta novità, e l’umanità in attesa, rappresentata dagli anziani nel tempio”. E’ il pensiero del Papa espresso nell'omelia della Messa celebrata in San Pietro per la Festa della Presentazione del Signore e XXII Giornata Mondiale della Vita Consacrata. La Messa si è aperta con la benedizione delle candele e la processione dal sagrato all'Altare della Confessione.
Papa Francesco si rivolge direttamente ai consacrati: “Tutto è cominciato dall’incontro col Signore. Da un incontro e da una chiamata è nato il cammino di consacrazione. Bisogna farne memoria. E se faremo bene memoria vedremo che in quell’incontro non eravamo soli con Gesù: c’era anche il popolo di Dio, la Chiesa, giovani e anziani, come nel Vangelo”.
Quindi, il Papa menziona come esempio i giovani Maria e Giuseppe e gli anziani Simeone e Anna: “In genere sono i giovani a parlare con slancio del futuro, mentre gli anziani custodiscono il passato. Nel Vangelo accade l’inverso, perché quando ci si incontra nel Signore arrivano puntuali le sorprese di Dio. Per lasciare che accadano nella vita consacrata è bene ricordare che non si può rinnovare l’incontro col Signore senza l’altro: mai lasciare indietro, mai fare scarti generazionali, ma accompagnarsi ogni giorno, col Signore al centro. Perché se i giovani sono chiamati ad aprire nuove porte, gli anziani hanno le chiavi. E la giovinezza di un istituto sta nell’andare alle radici, ascoltando gli anziani”.
Papa Francesco raccomanda poi ai consacrati: “La vita frenetica di oggi induce a chiudere tante porte all’incontro, spesso per paura dell’altro sempre aperte rimangono le porte dei centri commerciali e le connessioni di rete, ma nella vita consacrata non sia così: il fratello e la sorella che Dio mi dà sono parte della mia storia, sono doni da custodire. Non accada di guardare lo schermo del cellulare più degli occhi del fratello, o di fissarci sui nostri programmi più che nel Signore”.
“Così, mentre la vita del mondo cerca di accaparrare – continua Francesco nelle sue indicazioni ai consacrati - la vita consacrata lascia le ricchezze che passano per abbracciare Colui che resta. La vita del mondo insegue i piaceri e le voglie dell’io, la vita consacrata libera l’affetto da ogni possesso per amare pienamente Dio e gli altri. La vita del mondo s’impunta per fare ciò che vuole, la vita consacrata sceglie l’obbedienza umile come libertà più grande. E mentre la vita del mondo lascia presto vuote le mani e il cuore, la vita secondo Gesù riempie di pace fino alla fine, come nel Vangelo, dove gli anziani arrivano felici al tramonto della vita, con il Signore tra le mani e la gioia nel cuore”.