Città del Vaticano , martedì, 30. gennaio, 2018 15:28 (ACI Stampa).
“È un caso che ho studiato, ho fatto ricerche, l'ho fatto lavorare molto, e non ci sono prove”. Papa Francesco nel volo di ritorno dal Cile e Perù ha risposto così a chi gli chiedeva chiarimenti sulla vicenda del vescovo Barros di Osorno.
Ma oggi arriva un comunicato ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede:
“A seguito di alcune informazioni recentemente pervenute in merito al caso di S.E. Mons. Juan de la Cruz Barros Madrid, Vescovo di Osorno (Cile), il Santo Padre ha disposto che S.E. Mons. Charles J. Scicluna, Arcivescovo di Malta e Presidente del Collegio per l’esame di ricorsi (in materia di delicta graviora) alla Sessione Ordinaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, si rechi a Santiago del Cile per ascoltare coloro che hanno espresso la volontà di sottoporre elementi in loro possesso”.
La vicenda si ricollega alle accuse di “copertura” che sarebbero imputabili al vescovo Barros riguardo alle vicende legate allo scandalo di Fernando Karadima, accusato e condannato per abusi sessuali anni fa. Barros era un suo allievo e dopo essere stato nominato vescovo aveva avuto molte opposizioni perché ritenuto colpevole di aver saputo e non aver detto.
Il Papa in Cile aveva più volte affermato che non c’erano “evidenze” chiedendo scusa alle vittime per aver sbagliato parola. In una risposta al volo aveva parlato di “prove”.