Città del Vaticano , lunedì, 29. gennaio, 2018 10:00 (ACI Stampa).
“Responsabilità. Essere responsabili significa essere capaci di rispondere. Non è solo questione di analizzare le cause della violenza e di rifiutarne le logiche perverse, ma di essere pronti e attivi nel rispondervi. Pertanto, il nemico contro cui lottare non è soltanto l’odio, in tutte le sue forme ma, ancor più alla radice, l’indifferenza”. Lo ha detto Papa Francesco ai partecipanti alla Conferenza Internazionale sulla responsabilità degli Stati, delle Istituzioni e degli Individui nella lotta all’Anti-Semitismo e ai crimini connessi all’odio antisemitico, che si tiene oggi a Roma presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Il Papa li ha ricevuti in Vaticano e ha parlato loro “dell’indifferenza che paralizza e impedisce di fare quel che è giusto anche quando si sa che è giusto”.
Per Francesco “l’indifferenza è un virus che contagia pericolosamente i nostri tempi, tempi nei quali siamo sempre più connessi con gli altri, ma sempre meno attenti agli altri”. Il Papa ricorda in particolare il l’esperienza ai campi di concentramento lo scorso anno: “Questo silenzio assordante, che percepii nella mia visita ad Auschwitz-Birkenau: un silenzio inquietante, che lascia spazio solo alle lacrime, alla preghiera e alla richiesta di perdono”.
Dopo la parola responsabilità, Francesco menziona quella della memoria: “Fai memoria non solo con la mente, ma dal profondo dell’animo, con tutto te stesso. E non fare memoria soltanto di ciò che piace, ma di tutto il cammino. Si è appena celebrato il giorno della memoria. Per recuperare la nostra umanità, per recuperare una comprensione umana della realtà e superare tante deplorevoli forme di apatia verso il prossimo, ci occorre questa memoria, questa capacità di coinvolgerci insieme nel ricordare. La memoria è la chiave di accesso al futuro, ed è nostra responsabilità consegnarla degnamente alle giovani generazioni”.
Conclude il Papa il suo discorso: “Cari amici, aiutiamoci a vicenda a far fermentare una cultura della responsabilità, della memoria e della prossimità, e a stabilire un’alleanza contro l’indifferenza, contro ogni indifferenza. Saranno certamente di aiuto le potenzialità dell’informazione, ma ancora più importante sarà la formazione”.