Milano , lunedì, 22. gennaio, 2018 12:00 (ACI Stampa).
La festa dei 18 anni come una festa della responsabilità politica e della vocazione, come una tappa di crescita e di maggiore responsabilità: l’arcivescovo di Milano Mario Delpini scrive ai neo diciottenni alla vigilia del voto una lettera che è in fondo una chiamata alla responsabilità.
Perché non è vero che per i 18 anni “non c’è niente da festeggiare”, ma l’arcivescovo Delpini propone una festa che “celebra la bellezza della vita e si assume la responsabilità di renderla bella, per sé e per gli altri”.
La lettera cade alla vigilia delle elezioni del 4 marzo, cui per la prima volta i neo diciotenni saranno chiamati a votare. Ma cade anche durante la preparazione del Sinodo dei giovani, che a Milano sta coinvolgendo tutti, anche perché è stato indetto quest’anno un Sinodo minore su “Chiesa delle genti. Responsabilità e prospettive”. E diventa chiaro che la linea pastorale del neo arcivescovo di Milano è quella di coinvolger il più possibile i fedeli.
A cominciare dai diciottenni. “A 18 anni – scrive l’arcivescovo Delpini – “incomincia il diritto dovere di votare per esprimere le proprie scelte in campo politico e amministrativo”.
E – aggiunge – “scegliere le persone e le forze politiche che devono governare la nazione ed esercitare responsabilità amministrative in regione o in città è una espressione di quella responsabilità per il bene comune che rende cittadini a pieno titolo”.