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Papa Francesco in Perù, messaggio ai giovani: “Il cuore non si può photoshoppare”

Papa Francesco in Perù | Papa Francesco affacciato su Plaza de Armas, per l'Angelus con i giovani, Lima, 21 gennaio 2018 | Alvaro de Juana / ACI Group
Papa Francesco in Perù | Papa Francesco affacciato su Plaza de Armas, per l'Angelus con i giovani, Lima, 21 gennaio 2018 | Alvaro de Juana / ACI Group
Papa Francesco in Perù | Papa Francesco, Angelus in Plaza de Armas, Lima, 21 gennaio 2018 | Alvaro de Juana / ACI Group
Papa Francesco in Perù | Papa Francesco, Angelus in Plaza de Armas, Lima, 21 gennaio 2018 | Alvaro de Juana / ACI Group

La realtà non si corregge a colpi di photoshop, né può essere fatto al cuore, perché è “lì che si giocano i veri sentimenti”. Il penultimo atto della visita in Perù di Papa è un incontro con i giovani che si tiene in Plaza de Armas.

Sono arrivati in migliaia, e hanno atteso il Papa mentre lì, nel vicino Palazzo dell’Arcivescovado, spiegava a circa 60 vescovi del Perù che una delle grandi sfide è quella di comprendere il nuovo linguaggio digitale. Ed è con un riferimento al linguaggio digitale che Papa Francesco invita a guardare la realtà e accettarsi, senza provare a “photoshoppare” il cuore, perché Dio “ti ama così come si è”.

L'incontro è un dialogo, in cui il Papa chiede ai giovani di riflettere sulla loro vita, li coinvolge chiedendo loro se vogliono confidare in Cristo, fa dire loro in coro "Grazie a Gesù". 

Ma prima, il Papa dà ai giovani un esempio da seguire, ed è quello di San Martin de Porres, figlio di un nobile spagnolo e di una ex schiava di origine africana, che divenne dominicano per donare la vita a Dio e ai poveri, servì come infermiere, e poté dunque vivere fino in fondo i suoi segni, “così com’era – dice il Papa – mulatto e alle prese con molte privazioni”, considerato un perdente, e che però riuscì perché ebbe fiducia in un Dio che lo amava.

Certo – concede il Papa – ci sono momenti molto difficili, in cui è possibile pensare “che rimarrete senza poter realizzare i desideri della vostra vita, i vostri sogni”. Eppure, “non ci si deve dare per vinti”, guardando all’esempio dei santi, di ieri e di oggi, chiedendo consiglio, per andare avanti, perché Gesù vuole “vedervi in movimento” e portare avanti i loro ideali, in una via “per niente facile, ma affascinante”, che il Signore guarda “con speranza, senza scoraggiarsi mai”.

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Ed arriva qui la necessità di guardare alla realtà come è, perché “è molto bello vedere le foto ritoccate digitalmente, ma questo va bene solo per le foto”, perché il photoshop “non si può fare agli altri, alla realtà, a noi stessi”. Ci sono foto “molto belle, ma sono truccate”, ribadisce Papa Francesco.

E ricorda che “il cuore non si può photoshoppare, perché è lì che si gioca l’amore vero”, e soprattutto “Gesù non vuole che ti trucchino il cuore”, perché “ti ama così come sei”, e ha “un sogno da realizzare in ognuno di voi”. Nota, il Papa, che i personaggi della Bibbia hanno spesso i loro difetti, da Mosè che “era balbuziente” a Pietro che lo rinnegò.

Ma – afferma il Papa – “quando Gesù ci guarda, non pensa a quanto siamo perfetti, ma a tutto l’amore che abbiamo nel cuore da offrire agli altri e servirli.”

È questa l’unica cosa che conta, e per questo Papa Francesco invita i giovani a non perdere tempo a “mascherare il cuore”, ma piuttosto a riempire vita con lo Spirito Santo, perché “nel seguire Gesù, non si resta mai esclusi, mai. Anche se sbagliamo, il Signore ci offre sempre una nuova possibilità per riprendere a camminare con Lui”. 

Infine, chiede ai giovani di affidare tutto alla Vergine Maria: "Quanto amore ho nel cuore? È poco? È tanto? So che la Madre lo porterà al Figlio. Non vi scoraggiate! Non vi scoraggiate! La vita va vissuta a testa alta!"

Infine parla delle notizie "molto preoccupanti che gli vengono dalla REpubblica Democraitca del Congo", e chiede "alle autorità, ai responsabili e a tutti quelli di questo amato Paese di porre il massimo impegno e sforzo per evitare ogni forma di violenza e per il bene comune. Tutti insieme, e in silenzio, preghiamo per i nostri fratelli della Repubblica Democratica del Congo". Papa Francesco aveva menzionato il Congo anche nel consueto discorso di inizio anno al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede

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