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Congo: andare avanti senza paura, per la pace

Tavola rotonda Tavola rotonda "Costruire la pace insieme" | | Marina Testino, ACI group

Superbia, avarizia, brama di potere, menzogna fomentano le guerre. In particolare quella lunga e sanguinosa della Repubblica Democratica del Congo. Uno stato al quale il Papa aveva dedicato una preghiera per la pace lo scorso 23 novembre e che è stato al centro ( insieme al Sud Sudan ) della tavola rotonda “Costruiamo insieme la pace”, organizzata alla Pontificia Università Urbaniana, dall’Unione dei Superiori Generali e dall’associazione “Solidarity for South Sudan”, con la collaborazione del Dicastero per il servizio dello Sviluppo Umano Integrale. E proprio ieri, Papa Francesco, ha lanciato un nuovo appello di pace per la Repubblica Democratica del Congo. ACI Stampa ne ha parlato con Suor Sheila Kinsey, Co-segretario esecutivo della Commissione JPIC dell’USG-UISG e organizzatrice dei lavori.

Il titolo della Tavola Rotonda organizzata alla Pontificia Università Urbaniana citava: “La gente del Sud Sudan fa sentire la sua voce e costruisce la pace”. Suor Sheila, in che modo il Congo si sta attivando per il dialogo e la pace?

La gente del Congo organizza e studia “pratiche di nonviolenza” ed è impegnata sempre in manifestazioni pacifiche. Loro contattano chiunque tramite WhatsApp e ci sono video su Youtube che mostrano i pacifici manifestanti che invece vengono picchiati e derubati. Ma il messaggio deve arrivare in tutto il mondo.

Quali sono le iniziative concrete di pace per il Congo? Noi cosa possiamo fare?

Il popolo del Congo unisce le sue voci e vuole soprattutto che la costituzione sia rispettata. È importante per noi sapere cosa sta succedendo e offrire il nostro sostegno con la preghiera. Attraverso le nostre relazioni personali con i popoli del Congo, possiamo affermare il loro valore e la loro importanza, anche attraverso una comunicazione regolare. Possiamo far loro sapere che siamo consapevoli della tragedia nel loro paese e ascoltare le loro storie. In questo modo sono incoraggiati a fare ciò che pensano sia meglio per il loro paese. Ascoltare storie sul coraggio della propria gente ispira loro più coraggio.

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Suor Sheila, un’opinione personale sulla situazione attuale in Congo…

La situazione è tragica. Il Congo è un paese incredibilmente ricco, pieno di risorse naturali, ma di una povertà estrema. È necessario un maggior dialogo per trovare un modo affinchè venga rispettati i diritti umani delle persone. Gli Obiettivi di sviluppo e di pacedelle Nazioni Unite sono un modo per vedere che si possono compiere progressi per il benessere delle persone. Molti di loro hanno un forte “background di fede” che ha sostenuto i loro sforzi per promuovere la pace. Molti dei loro leader religiosi accompagnano le persone nel loro viaggio. Credono che il cambiamento sia possibile e vogliono costruire la pace. Ho un grande rispetto e cura per le persone che ho incontrato lì e questi cari rapporti sono per me una grande gioia.