Varsavia , venerdì, 19. gennaio, 2018 14:00 (ACI Stampa).
Il 2018 sarà un anno particolare per la Polonia che nel 1918, dopo oltre un secolo in cui era scomparsa dalla mappa d'Europa, tornava finalmente a vivere come Stato indipendente.
La nazione polacca ha una storia lunga più di un millennio; nel XVI secolo guidata da Jan III Sobieski, era uno dei paesi europei più potenti e influenti. Ma per ben 123 anni cessò di esistere essendo spartita tra Impero Russo, Austriaco e Prussia. Solo dopo la Prima Guerra Mondiale, nel 1918, la Polonia ritorna indipendente e rinasce grazie a Józef Piłsudski.
Una occasione per l’episcopato di ricordare il senso stesso di Patria e patriottismo in contrasto con il nazionalismo. L'arcivescovo Stanislaw Gadecki, presidente dell'episcopato polacco in una lettera intitolata "Nazionalismo e il patriottismo ", sottolinea la differenza tra questi due concetti, pubblicata in l'occasione del "XXI Giorno del Giudaismo nella Chiesa cattolica in Polonia", celebrata lo scorso 17 gennaio 2018.
Gadecki presenta brevemente quattro tipi di nazionalismo: integrale, cristiano, laico, neopagano e sciovinismo, considerato come una forma estrema di nazionalismo. La loro caratteristica comune è la convinzione che "la nazione è il bene più alto ". Ma contemporaneamente "la Chiesa cattolica vede il nazionalismo in modo critico perché porre la nazione all’apice della gerarchia di valori può portare a una sorta di idolatria ", osserva il Presidente dei Vescovi Conferenza. Papa Pio XI mise in in guardia da questo errore nell'Enciclica "Mit brennender Sorge "nel 1937.
Il patriottismo al contrario è un atteggiamento degno di essere sviluppato, "il cristiano vive profondamente coinvolto nella vita di singole nazioni ed è un segno del Vangelo anche in la fedeltà alla sua patria, la sua nazione, la cultura nazionale, ma sempre nella libertà che Cristo ci ha portato come ricordava Giovanni Paolo II senza sentimenti di riluttanza verso le altre nazioni ", scrive il presidente dell'Episcopato polacco.